ABUSO UTILIZZO CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO NELLA SCUOLA: CI RISIAMO, IL MIM DI NUOVO DEFERITO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Approfondimenti:
PNRR Ponte sullo Stretto

Ci sarebbe da dire che “il lupo perde il pelo ma non il vizio” e, nel caso del Ministero dell’Istruzione e del Merito (si fa per dire), ciò calza a pennello. Infatti, la Commissione ha nuovamente deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea in quanto tale paese non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). (flp scuola foggia)

La notizia riportata su altre testate

Ad agosto scorso ha scritto alla Ue per chiedere quale fosse la ratio alla base della decisione di bandire nuovi concorsi, dato che ci sono almeno 30mila precari idonei, in graduatorie pregresse e in attesa di assunzione. (il manifesto)

Lo ha annunciato Bruxelles, secondo cui l'Italia non ha disposto le norme necessarie a correggere queste distorsioni.La Commissione ha osservato che la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche, non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio. (LA STAMPA Finanza)

Grazie alle costanti segnalazioni del sindacato ANIEF, la Commissione Europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia Europea per l'abuso dei contratti a termine e la crescente precarietà che caratterizza il settore scolastico. (LA STAMPA Finanza)

Italia sotto la lente Ue per l’abuso di precariato nella scuola. Si rischiano esborsi per gli scatti salariali difficili da quantificare

Sotto la lente l’uso sistematico e abusivo di contratti a tempo determinato e i mancati avanzamenti retributivi (isnews.it)

Il precariato nella scuola italiana è un tema che, da anni, alimenta dibattiti e critiche. Ora ancora di più dopo il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea perché non ha posto fine, come richiesto, all’uso “abusivo” di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro “discriminatorie” nella scuola. (Tuttoscuola)

A dare le dimensioni del fenomeno e della gravità della situazione è il numero uno dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Altro che aumento degli stipendi agli insegnanti. (Il Fatto Quotidiano)