Trump: “Se Hamas non rilascia ostaggi prima del mio insediamento succederà l’inferno”

(Adnkronos) – Se gli ostaggi prigionieri di Hamas non saranno rilasciati prima del 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, “succederà l’inferno in Medio Oriente”. Lo ha detto in conferenza stampa lo stesso Trump che ha avvertito: “Non sarebbe bene per Hamas e non sarebbe bene, francamente, per nessuno. L’inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo”. Il tycoon ha aggiunto che “non ci sarebbe mai dovuto essere” il 7 ottobre. (OglioPoNews)

Ne parlano anche altre fonti

Siamo agli sgoccioli del vecchio mondo formatosi all’inizio degli anni ‘90, con la caduta del Muro e dell’Unione Sovietica. Senza pretese di leggere nel futuro, basta rilevare i momenti importanti di un presente che mai come in questi anni diventa lontano passato in pochi giorni. (Contropiano)

Se gli ostaggi prigionieri di Hamas non saranno rilasciati prima del 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, "succederà l'inferno in Medio Oriente". L'inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo". (Adnkronos)

Del significato che si cela dietro queste parole abbiamo avuto un assaggio ieri, martedì 7 gennaio, in occasione della prima conferenza stampa da presidente di Trump, tenutasi dopo la proclamazione ufficiale del Congresso di Washington, a meno di due settimane dal passaggio di consegne finale. (L'INDIPENDENTE)

Groenlandia, Panama e Canada: perché Trump vuole annetterle? Le basi al Circolo Polare, le risorse e il nodo delle tratte commerciali

Leggi tutta la notizia Se gli ostaggi prigionieri di Hamas non saranno rilasciati prima del 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, "succederà l'inferno in Medio Oriente". (Virgilio)

Il presidente eletto ha commentato la decisione dell’inquilino uscente della Casa Bianca, Joe Biden, di vietare in modo permanente le nuove trivellazioni offshore per l’estrazione di petrolio e gas su circa 250 milioni di ettari di acque federali. (LAPRESSE)

C'è isolazionismo e isolazionismo. Malgrado abbia basato la propria campagna elettorale sulla promessa di ridurre il coinvolgimento degli Stati Uniti nei conflitti esteri, come la guerra in Ucraina, di aumentare i dazi ai partner commerciali e di rilanciare la produzione nazionale, il suo approccio negli ultimi giorni sembra alquanto diverso, suggerendo più aggressivo alla politica estera. (ilmessaggero.it)