Condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio, in fuga con moglie e figlio di 9 anni

BRESCIA. Di Giacomo Bozzoli, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, avvenuto 9 anni fa, si sono perse le tracce. Secondo i giudici è stato il nipote a ucciderlo e a buttare il corpo dello zio nel forno della fonderia di famiglia, a Marcheno vicino Brescia. Il 39enne è latitante e con lui ci sono la moglie e il figlio di soli 9 anni. Gli inquirenti hanno firmato un mandato di cattura internazionale. (Alto Adige)

Ne parlano anche altri giornali

Giacomo Bozzoli è fuggito all’estero, forse in Francia, a bordo della sua Maserati. Il 39enne, condannato in via definitiva all’ergastolo due giorni fa per aver ucciso lo zio Mario, imprenditore del Bresciano gettato nel forno della fonderia la sera dell’8 ottobre 2015, è ancora irreperibile. (L'Unione Sarda.it)

La Maserati Levante intestata all'imprenditore sarebbe stata ripresa alle 5.51 mentre transitava al casello di Manerba, in provincia di Brescia, due minuti più tardi Desenzano e alle 6.03 anche in un casello successivo. (Today.it)

Sarebbe scappato su una Maserati (il 23 giugno passaggi a Manerba e Desenzano), con la compagna e il figlio di nove anni. (Vanity Fair Italia)

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Nei pensieri di Giacomo Bozzoli un chiodo fisso, la spada di Damocle della Cassazione. E se mi condannano? Se lo sarà chiesto un milione di volte e tutte le volte quella parola — ergastolo — gli sarà sembrata più vicina, più incombente. (Corriere della Sera)

I suoi quarant'anni intenderà festeggiarli nascosto, solo con moglie e figlio, chissà dove. E chissà con quale animo. Ma il 19 luglio è ancora lontano e la caccia all'uomo ha già varcato i confini nazionali. (il Giornale)

Sul prato, prima dell'abbattimento, erano presenti gelsi, castagni, querce, nespoli, aceri bordeaux e verdi, melograni, lecci, il mandorlo, limoni che in 15 anni erano cresciuti creando un spazio tranquillo e protetto, a disposizione di tutti, nella piccola via che fa angolo con Porta Ticinese, conducendo in via Arena. (Il Giornale d'Italia)