Alle Tremiti arriva la maestra. Michelina, precaria a 64 anni: «Non sarà facile, mi farò ispirare dal mare»

«La mia sarà un’avventura. Difficile certo, non lo nascondo. Ma ho accettato anche perché mi piace molto insegnare e stare con i bambini». Sessantaquattro anni, sposata e con due figli che vivono a Roma, Michelina Maria Gabriella Liuzzi di Apricena è la nuova maestra dell’infanzia delle Isole Tremiti. Finalmente, dopo oltre due settimane - dall’apertura delle scuole - di ansie e paure e dopo che altre due maestre non avevano accettato l’incarico, questa mattina ci sarà la prima lezione con i sette bambini della nuova classe dell’infanzia alle Isole Tremiti che era stata chiusa nel 2003 (Foggia)

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Con più di due settimane di ritardo, certo, ma finalmente con una maestra pronta a dedicarsi ai sette piccoli alunni di tre anni che rischiavano di rimanere a casa proprio perché nessuna insegnante aveva finora accettato l'incarico. (leggo.it)

La storia della maestra Michela Liuzzi, grazie alla quale ha riaperto la scuola dell'infanzia delle Isole Tremiti, racconta in realtà i malesseri che - a tutt'oggi - vive la scuola italiana (greenMe.it)

La scuola dell'infanzia delle Isole Tremiti, con due settimane di ritardo, ha ufficialmente riaperto questa mattina: la maestra Michela Liuzzi di Apricena, 64 anni e ancora precaria, ha accettato l'incarico dopo che altre due sue colleghe avevano rifiutato. (Il Mattino di Padova)

Alle Tremiti riapre la scuola, maestra accetta l'incarico: "Felice, ma lo Stato poteva aiutarmi per una casa" (La Stampa)

"Grazie a lei ai dopo vent'anni riapre la scuola e ai 7 bambini tremitesi è ridato il sacrosanto diritto all'istruzione" (Fanpage.it)

La maestra Michela Liuzzi di Apricena, 64 anni e ancora precaria, ha accettato l'incarico dopo che altre due colleghe avevano rifiutato: insegnare nella scuola dell'infanzia delle Isole Tremiti. La scuola era chiusa dal 2003 per mancanza di alunni e anche quest'anno, quando ci sono sette bambini, rischiava di rimanere bloccata ma per mancanza di docenti. (La Repubblica)