Nuoro, interrogato il ragazzino sopravvissuto alla strage: si scava nel passato della famiglia

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Casteddu Online INTERNO

E’ stato interrogato in ospedale il 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro. Il ragazzino è, l'unico a sapere cosa è avvenuto alle 7 di mercoledì mattina nell'appartamento di via Ichnusa. Il piccolo è stato sentito in audizione protetta dopo un intervento facciale per la rimozione di alcune schegge nel reparto di Otorinolaringoiatria del San Francesco. Con gli inquirenti, ad ascoltare il ragazzo, erano presenti anche uno psicologo e il tutore legale nominato dalla Procura, Antonio Cualbu. (Casteddu Online)

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Sono passate 48 ore ma fa ancora più male. Nuoro ha il cuore in frantumi, dopo due giorni che hanno rovesciato addosso angoscia e incredula tristezza. Per tutti, una sola domanda: perché. Perché mercoledì all’alba, nel mezzo di un temporale, quando si preparavano a vivere un’altra giornata, Roberto Gleboni ha impugnato la sua automatica 7.65, regolarmente detenuta per uso sportivo, e ha ammazzato la moglie Giusy Massetti, 43 anni, la figlia maggiore Martina di 25, il figlio Francesco di 10, il vicino di casa 69enne Paolo Sanna per poi suicidarsi dopo aver sparato anche a sua madre, Maria Esterina Riccardi. (LAPRESSE)

Il ragazzino è l’unico superstite e testimone oculare: l’unico quindi in grado di fare luce su quello che è successo quel maledetto mercoledì mattina nella sua casa di via Ichnusa, quando il padre, Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha impugnato la sua semiautomatica 7.65 e messo in atto una vera e propria mattanza: ha ucciso con colpi di pistola alla testa, quasi una esecuzione, la moglie Giuseppina Massetti, di 43 anni, i figli Martina e Francesco, di 24 e 10 anni, e infine il vicino di casa, Paolo Sanna, il 69enne incontrato per caso nel pianerottolo mentre usciva dall’appartamento. (SardiniaPost)

E' durato tre ore l'interrogatorio del 14enne sopravvissuto alla strage di Nuoro, scampato per miracolo ai colpi di Beretta del padre Roberto Gleboni, che ha ucciso la madre, la sorella, il fratello, il vicino di casa e poi ha sparato alla nonna paterna - ricoverata in Rianimazione al San Francesco - prima di togliersi la vita. (Il Messaggero Veneto)

Il ricordo dell’ateneo per Martina: la foto con le rose rosse il giorno della laurea

E per ora non riescono a spiegarselo neanche gli inquirenti che indagano sulla strage compiuta da Roberto Gleboni. Una città incredula, che non riesce a spiegarsi quanto sia accaduto. (la Repubblica)

Così è regolarmente accaduto anche nel caso della tragedia avvenuta a Nuoro, nella quale un padre e marito ha colpito a morte i propri famigliari per poi rivolgere la stessa arma su sé stesso. (Armi e Tiro)

ed esprime la sua vicinanza alla famiglia e a tutti coloro i quali sono stati colpiti da questo grave lutto", si legge nel post su Facebook. Una foto nel giorno della laurea: Martina Gleboni vestita di rosso con in testa una corona di rose e in mano un mazzo di rose, tutte rosse. (QUOTIDIANO NAZIONALE)