Su Unicredit-Bpm Salvini è un disco rotto e si contraddice. Strappo con Tajani e Fi: “La politica non si immischi”
“È una banca straniera, questo dice la composizione azionaria”. La notte non ha portato consiglio a Matteo Salvini, che martedì 26 novembre è tornato ad attaccare Unicredit. La banca milanese è colpevole di aver lanciato, all’alba di lunedì, un’offerta di acquisto sul Banco Bpm che mette in crisi il progetto di un terzo polo bancario tra Milano (Bpm) e Siena (Mps) tanto caro alla Lega. “Non ce l’ho con nessuno, basta che non si metta in discussione il terzo polo bancario che sta nascendo“, ha detto il vicepremier. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri media
Ultim'ora news 26 novembre ore 20 (Milano Finanza)
Era il passaggio storico dallo Stato al mercato, il tempo del grande piano di vendita di società pubbliche con il quale la «foresta pietrificata» delle banche fu spinta verso le aggregazioni. La notte della privatizzazione della banca che allora si chiamava Credito Italiano e ora si chiama Unicredit fu molto lunga. (Corriere della Sera)
MILANO — Roberto Mazzotta di banche e politica se ne intende. Ha guidato la Bpm un decennio fino al 2009 e prima fu ministro Dc e deputato per quattro legislature. Già nel 2007 portò al cda dell’allora popolare milanese la fusione con Bper: ma dipendenti e sindacati, forti del sistema una testa-un voto, la bocciarono. (la Repubblica)
L'offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco BPM rappresenta molto più di una semplice operazione di mercato: è un passo che potrebbe ridisegnare l'intero panorama bancario italiano. E quando si parla di banche, soprattutto in Italia, si parla del controllo non solo delle attività caratteristiche degli istituti finanziari, ma anche del controllo di molte altre leve di potere (tra partecipazioni in società, prestiti e investimenti immobili). (Today.it)
Reuters (Avvenire)
Ieri il consiglio di amministrazione della società guidata da Giuseppe Castagna ha rimandato al mittente l’offerta. La bomba lanciata da Unicredit con la sua offerta di scambio da 10 miliardi su Banco Bpm non ha raccolto – com’era prevedibile – i favori dell’istituto nel mirino. (Il Fatto Quotidiano)