Infowar nelle elezioni americane: attori coinvolti, armi usate e impatti geopolitici
La disinformazione è ormai parte integrante delle campagne elettorali statunitensi. Dalle elezioni “truccate” del 2020 fino ai “gatti mangiati dai rifugiati haitiani dell’Ohio”, passando per le più svariate e fantasiose teorie del complotto, abbiamo assistito a un’enorme proliferazione di fake news. Tali falsità sono state veicolate attraverso i mezzi di informazione, a opera sia di attori stranieri, intenzionati a destabilizzare l’opinione pubblica, sia di attori interni. (Cyber Security 360)
Ne parlano anche altri giornali
Attaccando il New York Times il figlio maggiore del presidente, Donald Trump Jr, ha paventato l'esclusione dalla sala stampa della Casa Bianca di alcune testate schierate a sinistra. (il Giornale)
Quando parliamo di America non possiamo sottovalutare quanto l’establishment, i principali media e giornalisti siano ostili a Donald Trump. Ma non possiamo sottovalutare nemmeno quanto gli americani comuni siano ostili all’establishment, ai principali media e giornalisti. (L'HuffPost)
Mark Zuckerberg sta rispondendo alle domande degli studenti dell’università Luiss nel corso della sua prima visita ufficiale in Italia. Agosto 2016, Roma. (Corriere della Sera)