Il buono, il brutto e il... censurato. Hollywood contro Clint

Della vittoria di Donald Trump gioisce anche l'eterno Clint Eastwood, che si è preso una doppia rivincita. Non solo nelle urne, lui Repubblicano (anzi, conservatore e, di conseguenza, libertario) convinto (vi ricordate l'attacco alla «pussy generation»?), fin dal 1951, quando si iscrisse nel registro del partito, ma anche in sala. Lo scorso 23 ottobre, sul Telegraph, è uscito un articolo, firmato da Alexander Larman, dal titolo emblematico: «Perché i liberali di Hollywood stanno punendo Clint Eastwood per le sue idee politiche». (il Giornale)

La notizia riportata su altri giornali

Come lavorano oggi i produttori cinematografici in Francia? Come viene praticata questa professione, che è oggetto di fantasie, in un momento di cambiamenti portati dal MeToo, dal crescente utilizzo dell’AI e dall’evoluzione dei vari “sportelli” di finanziamento? A queste e molte altre domande, attraverso tavole rotonde, interviste, inchieste e articoli d’approfondimento, tenta di rispondere il numero 814 dei Cahiers du Cinéma, in edicola dai primi di novembre e acquistabile in formato elettronico. (Sentieri Selvaggi)

In edicola il nuovo numero dei Cahiers du Cinéma