Sempre attento al destino della fabbrica e della città

«Presidente possiamo parlare un attimo?». Iniziava con un messaggio a cui seguiva la telefonata. Paolo Griseri chiedeva sempre qualcosa di cui non ti aspettavi di dover parlare. Con ironia e umiltà, il suo interesse era sempre su un tema laterale, o sulla visione dall’angolo di ciò che i più affrontano in maniera lineare. La conversazione con lui non era quasi mai sui temi di giornata. Paolo sapeva raccontare, cercava connessioni e riscontri dove altri non andavano a scavare, e quasi sempre lo faceva prima dei colleghi. (La Stampa)

La notizia riportata su altri giornali

Era un conoscitore esperto delle questioni torinesi: come osservatore acutissimo si è occupato per anni di raccontare, con abilissima penna, le vicende della Fiat e la sua storia, ripercorsa sulle pagine de La Stampa nei mesi scorsi. (La Stampa)

Paolo... Ci sono persone che attraversano questo mondo toccate dalla grazia, dalla profondità e dalla gentilezza, persone che amano raccontare le persone, specialmente le più fragili. (Virgilio)

È morto a 67 anni Paolo Griseri. Oggi sarà possibile ricordarlo alle 18.30 alla parrocchia torinese dell’Ascensione, domani dalle 12.30 alle 18:30 la camera ardente sarà alle redazioni della Stampa e di Repubblica. (il manifesto)

Ha raccontato l’auto e dato voce al Nord

L’ho rivisto alcune volte, da Ministro del Lavoro, in occasione di incontri pubblici. E ho avvertito una certa diffidenza nei miei confronti: mi percepiva come esponente dell’austerity, in momenti nei quali – passato il rischio della crisi finanziaria di fine 2011 – gli equilibri di bilancio erano spesso considerati come crudeltà non necessaria, sacrifici imposti da tecnici senza cuore (un’immagine stereotipata che gli economisti, non senza colpe, si portano troppo spesso addosso). (La Stampa)

Dal ristorante dove ci eravamo barricati, eravamo usciti all’aperto nel parcheggio, a contare i danni e i lividi. Dall’alto, vedemmo un enorme masso lanciato giù di sotto, che rotolava e prendeva velocità. (Corriere della Sera)

Prima come inviato di Repubblica, incaricato di seguire l’evoluzione degli ultimi decenni di storia dell’auto italiana, dalla Fiat a Stellantis; poi come vicedirettore de La Stampa, un incarico di responsabilità nella testata simbolo della sua città, che amava molto e di cui conosceva tutti i protagonisti. (La Stampa)