L'Europa si congratula con Trump ma è terrorizzata per il suo ritorno
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Dopo la schiacciante vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi, da Ursula von der Leyen a Emmanuel Macron in Europa è stato un coro unanime di congratulazioni e di inviti alla collaborazione nei confronti del repubblicano. Ma la realtà è che nel vecchio continente tutti (o quasi) facevano il tifo per Kamala Harris, consapevoli del fatto che un ritorno del tycoon potrebbe significare un raffreddamento dei rapporti transatlantici, una guerra commerciale e di sicuro la fine, o comunque la riduzione, del sostegno militare all'Ucraina da parte di Washington (EuropaToday)
Su altri giornali
Chi sono i milioni di volti, e di voti, dietro la valanga rossa che ha incoronato Donald Trump? A portarlo alla vittoria sono stati soprattutto uomini, latinos e giovani, mentre Kamala Harris ha tenuto tra donne e ragazze, ma meno di Joe Biden nel 2020 e non comunque abbastanza per assicurarsi la vittoria. (ilmessaggero.it)
Quando la vittoria del tycoon ai danni di Kamala Harris sembra solo una questione di formalità, sono tantissime le reazioni che arrivano dalla politica internazionale e dall’interno dei confini della politica italiana. (il Giornale)
Anche Rai Radio 1 ha effettuato una lunghissima diretta con ospiti e collegamenti dagli Usa e Rainews.it ha seguito minuto per minuto lo spoglio delle elezioni americane. (Rai Storia)
Le elezioni presidenziali statunitensi hanno visto il trionfo su tutta la linea di Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. Trionfo che, a giudizio dello scrivente, dipende soprattutto dalla questione bellica in relazione all'Ucraina, se si considera che alla posizione ultrabellicista del Partito democratico Trump ha sempre contrapposto l'esigenza di un dialogo con la Russia di Putin. (Il Giornale d'Italia)
In alcune contee, benché colpite dall'uragano Helene, l'affluenza è in crescita di 2 punti percentuali. L'uomo fermato oggi dai servizi di sicurezza di Capitol Hill aveva con sè dei documenti da consegnare negli uffici del Congresso ma non è chiaro quali fossero le sue intenzioni. (Corriere della Sera)
«Trump è un suprematista e non rappresenta il futuro degli Stati Uniti. Il futuro è il suo vice, J.D. Vance, che ha spostato una indiana e può rappresentare un’America multietnica». Nelle ore in cui si attende la conferma definitiva della vittoria di Donald Trump, destinato a tornare alla Casa Bianca, StartupItalia ha intervistato Marco Sioli, professore di Storia dell’America del Nord all’Università degli Studi di Milano. (StartupItalia)