L'Europa si congratula con Trump ma è terrorizzata per il suo ritorno

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Dopo la schiacciante vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi, da Ursula von der Leyen a Emmanuel Macron in Europa è stato un coro unanime di congratulazioni e di inviti alla collaborazione nei confronti del repubblicano. Ma la realtà è che nel vecchio continente tutti (o quasi) facevano il tifo per Kamala Harris, consapevoli del fatto che un ritorno del tycoon potrebbe significare un raffreddamento dei rapporti transatlantici, una guerra commerciale e di sicuro la fine, o comunque la riduzione, del sostegno militare all'Ucraina da parte di Washington (EuropaToday)

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Chi sono i milioni di volti, e di voti, dietro la valanga rossa che ha incoronato Donald Trump? A portarlo alla vittoria sono stati soprattutto uomini, latinos e giovani, mentre Kamala Harris ha tenuto tra donne e ragazze, ma meno di Joe Biden nel 2020 e non comunque abbastanza per assicurarsi la vittoria. (ilmessaggero.it)

Oltre agli 11 grandi elettori di questo stato la vicepresidente americana ha ottenuto anche il Connecticut con sette voti, secondo le proiezioni dell’agenzia e infine il Rhode Island ottenendo altri quattro voti elettorali. (Agenzia askanews)

Ha vinto Trump a valanga, avremo quindi come futuro “padrone del mondo” un uomo che era stato “benedetto” da un vescovo cattolico, scismatico addirittura scomunicato, l’ex nunzio negli Usa, Carlo Maria Viganò. (L'HuffPost)

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Trionfo che, a giudizio dello scrivente, dipende soprattutto dalla questione bellica in relazione all'Ucraina, se si considera che alla posizione ultrabellicista del Partito democratico Trump ha sempre contrapposto l'esigenza di un dialogo con la Russia di Putin. (Il Giornale d'Italia)

“La realtà sconfigge la fantasia di qualcuno. Se avessero dovuto votare i giornalisti, i commentatori e i politologi italiani, avrebbe vinto la Harris con il 95% dei voti, perché Trump c’ha il ciuffo storto, è omofobo, è un delinquente, è un fascista. (Il Fatto Quotidiano)

La valanga Donald Trump ha stravolto, per la seconda volta, gli Stati Uniti d’America. Quando la vittoria del tycoon ai danni di Kamala Harris sembra solo una questione di formalità, sono tantissime le reazioni che arrivano dalla politica internazionale e dall’interno dei confini della politica italiana. (il Giornale)