Corte penale internazionale. Il mandato di arresto per Netanyahu: cosa accadrà ora

Corte penale internazionale. Il mandato di arresto per Netanyahu: cosa accadrà ora
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Avvenire ESTERI

REUTERS E ora? Cosa accadrà dopo il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant (poi cacciato dallo stesso primo ministro), nonché per il capo militare di Hamas, Deif, che però Israele ritiene di aver ucciso in un raid a Gaza? Si tratta di una misura solo “simbolica”? No, tutti i 124 Stati membri della Cpi hanno l'obbligo legale di arrestare ed estradare chi è colpito dal mandato di arresto. (Avvenire)

Su altre fonti

Ci dice che esiste ancora un diritto internazionale; che c’è un giudice all’Aja; che all’esercizio sregolato della forza ci sono ancora limiti giuridici. (il manifesto)

A gennaio il primo ordine della Corte internazionale di Giustizia (Cig) ha accolto l’accusa di genocidio mossa a Israele dal Sudafrica (ne sarebbero seguiti altri due); a luglio la stessa Corte ha definito illegale l’occupazione militare dei Territori palestinesi e l’ha designata come annessione di fatto e regime di apartheid. (il manifesto)

Lo afferma un alto funzionario Ue commentando l'invito di Viktor Orban. "Sembra che sia tornato a 'trollare' con la fine della presidenza in vista", ha dichiarato invece una fonte diplomatica. (L'Eco di Bergamo)

Orban invita Netanyahu in Ungheria. Salvini: "Anche in Italia sarebbe benvenuto"

Non li arresteranno perché questo anzitutto avverrebbe se per esempio entrassero negli Stati Uniti e in Russia e Cina (non proprio tre staterelli) che non riconoscono la Corte penale internazionale, oltre ovviamente a Israele (il Giornale)

Di Roberto Brunelli ROMA sì, Londra no, Pechino forse: è quantomai erratica la mappa degli ipotetici spostamenti che si apre a Benjamin Netanyahu e al suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant dopo i mandati d’arresto emessi dalla Corte penale internazionale per "crimini di guerra e contro l’umanità". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Secondo Orban, convinto sostenitore del premier israeliano, si tratta di una "decisione spudorata, mascherata per scopi legali" che porta a "screditare il diritto internazionale". "Non abbiamo altra scelta che sfidare questa decisione" che in Ungheria "non avrà alcun effetto", ha dichiarato il premier magiaro in un'intervista alla radio di Stato. (EuropaToday)