Valentina Petrillo, l'attacco transfobico di J.K. Rowling: «Imbrogliona, allora ridiamo pure le medaglie a Lance Armstrong»
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J.K. Rowling non si smentisce mai e torna alla carica con le sue dichiarazioni contro la comunità trans, stavolta nei confronti dell'atleta italiana Valentina Petrillo, attualmente impegnata nelle Paralimpiadi. Petrillo, 51 anni, ipovedente da quando ne ha 14, sta affrontando la grande sfida di Parigi: è stata eliminata nella semifinale dei 400 metri, categoria T12, e adesso guarda alla sua prossima gara, quella dei 200 metri prevista per il 6 settembre. (leggo.it)
Ne parlano anche altri giornali
Su X: 'Gli imbroglioni dichiarati e orgogliosi come Petrillo dimostrano che l'era della vergogna è finita. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
L'atleta italiana è in lizza per un posto nella finale dei 400 metri femminili, categoria T12, alle Paralimpiadi di Parigi. (Fanpage.it)
Lo spettacolo è anche in cabina! Le migliori reazioni dei commentatori (Eurosport IT)
Non è la prima volta che Rowling esprime posizioni duramente critiche verso l'inclusione delle persone transgender, e per questo spesso accusata di posizioni transfobiche. Rowling ha veementemente ribadito la sua contrarietà alla partecipazione di atlete transgender, scagliandosi contro l'italiana Valentina Petrillo, liquidata come un'imbrogliona, una truffatrice al pari di Lance Armstrong, il ciclista statunitense squalificato a vita per doping. (Quotidiano Sportivo)
"E' il momento più importante della mia carriera", ha poi detto ripensando anche a quando aveva fallito la qualificazione per Tokyo 2020. Correndo oggi in 58"35 nella quarta batteria dei 400 metri donne T12, in cui si è piazzata seconda guadagnando l'accesso alle semifinali, l'azzurra Valentina Petrillo è diventata la prima atleta dichiaratamente transgender a gareggiare in una Paralimpiade. (Corriere Delle Alpi)
(Adnkronos) – La ricerca, pubblicata su Nature Communications, condotta dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-In), con la collaborazione del Dipartimento Neurofarba dell’Università di Firenze, sembra portare a comprendere i processi di apprendimento percettivo visivo, tradizionalmente attribuiti all’area del cervello nota come “corteccia visiva primaria”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)