Usa e embargo armi a Israele, continua il pressing su Tel Aviv

Per saperne di più:
Ucraina Guerra tra Gaza e Israele

Washington incalza lo Stato ebraico sugli aiuti umanitari nella Striscia dopo la lettera con ultimatum sulle armi. Dipartimento Stato: "Miglioramenti, ma non basta" Stati Uniti in pressing su Israele dopo l'ultimatum sul rischio embargo alle armi lanciato in una lettera a firma dei dipartimenti Usa di Stato e Difesa. Nella missiva al governo israeliano, gli Stati Uniti chiedono cambiamenti della politica a Gaza entro un tempo fissato a 30 giorni per permettere l'aumento del livello, ora bassissimo, di ingresso di aiuti. (Adnkronos)

Ne parlano anche altri media

L’ultimatum della Casa Bianca a Netanyahu di federico thoman (Corriere della Sera)

In una lettera indirizzata a Israele, gli Stati Uniti chiedono che non vengano bloccati nei prossimi 30 giorni gli aiuti rivolti ai civili nella Striscia di Gaza Di Euronews (Euronews Italiano)

Lo ha riferito ad Associated Press il dottor Mounir al-Boursh, direttore generale del ministero della Salute di Gaza, precisando che più della metà dei morti erano donne e bambini e che molti corpi rimangono nelle strade e sotto le macerie, con le squadre di soccorso impossibilitate a raggiungerli a causa degli attacchi israeliani. (Corriere della Sera)

Israele, altre bombe sugli sfollati. La minaccia Usa: «Stop alle armi»

Gli Stati Uniti avvertono Israele che potrebbe incorrere in sanzioni, tra cui l’eventuale blocco dei trasferimenti di armi, se non agirà immediatamente per far entrare più aiuti umanitari a Gaza. (ISPI)

Lo dice una lettera firmata dal segretario di Stato Antony Blinken e dal capo del Pentagono Lloyd Austin, consegnata domenica scorsa al ministro della Difesa Yoav Gallant e al collega degli Affari strategici Ron Dermer. (la Repubblica)

E poi la frase più forte sul bombardamento dell’altra sera nella Striscia che ha causato un rogo e delle vittime in una tendopoli nei pressi dell'ospedale Al-Aqsa: «È orribile vedere persone bruciare a morte» ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Matthew Miller. (ilmessaggero.it)