Stellantis, Salvini: «Tavares dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa»

«Il settore è in crisi anche anche per colpa sua. L'ad di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa.L'ad e la dirigenza di Stellantis dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell'auto italiana. Non è più in condizione di chiedere niente per come hanno mal gestito e mal amministrato un'azienda storica italiana». Lo ha detto il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, a margine dell'inaugurazione dell'intera linea M4 a Milano, rispondendo a una domanda sull'audizione di ieri alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato di Carlos Tavares, ad Stellantis. (Corriere TV)

Su altri media

Ma ci sono fatti, a mio avviso, un po’ trascurati. Un fatto - per esempio - è che Tavares è l’amministratore delegato di Stellantis e non un politico (Sky Tg24 )

Stellantis, Appendino se la prende con Tavares: "Offensivo, venga ascoltato Elkann" (Liberoquotidiano.it)

Landini (Cgil): serve intervento di Palazzo Chigi Orsini (Confindustria): una pazzia. (Milano Finanza)

Il day after di Tavares: tutti d'accordo contro Stellantis. Confindustria: "Folle chiedere altri aiuti"

Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini commentando l'audizione in Parlamento del top manager Carlos Tavares, durante la quale l'ad è tornato a chiedere uno stimolo alla domanda, con incentivi per l'acquisto delle auto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

«Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un'azienda storica italiana. L'amministratore delegato e la dirigenza di Stellantis - ribadisce- dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell'auto italiana» riferendosi all’audizione del top manager in Parlamento di venerdì 11 ottobre. (Corriere della Sera)

All'indomani dell'audizione davanti alle Commissione riunite di Camera e Senato, la sua richiesta di nuovi incentivi per mantenere le (Secolo d'Italia)