L’Istat: pochi i giovani che lavorano, e pagati anche male

Sono spesso le statistiche dell’Istat a tracciare i contorni all’Italia, un Paese a più velocità, dove quello che funziona da qualche parte non è detto lo faccia anche altrove e viceversa, mentre le disuguaglianze e il precariato valgono ovunque. Parlando di lavoro, poi, le differenze si fanno macroscopiche, e per riassumere tutto in un solo concetto stringato, secondo il Rapporto annuale 2024 dell’Istituto di statistica i giovani lavorano meno e anche quando riescono a farlo, hanno stipendi decisamente più bassi. (Fiscal Focus)

La notizia riportata su altri media

Pensioni : Focus sulle anticipate - Per quanto nel breve-medio periodo la tenuta del sistema non è messa in discussione, le previsioni Eurostat per l’ Unione Europea, relative agli andamenti demografici fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei Pesi , come l’ Italia , dove la spesa previdenziale è relativamente elevata. (LavoroSi)

Nonostante ciò, l’aumento degli assicurati, che ha raggiunto 26,6 milioni nel 2023, rappresenta un segnale incoraggiante per la sostenibilità del nostro sistema". Lo sottolinea all'Adnkronos Valeria Vittimberga, direttore generale dell'Inps, sottolineando come "questo incremento evidenzia una base occupazionale e contributiva in espansione, essenziale per garantire il futuro del sistema previdenziale". (Adnkronos)

Sono fondamentali le politiche di sostegno del lavoro femminile, l’educazione previdenziale dei giovani e il contrasto al lavoro nero”. “È l’occasione per fare i conti con le grandi sfide sistemiche”. (L'Opinione delle Libertà)

Inps: calo del potere d’acquisto, aumento della disparità di genere e rischio squilibrio del sistema previdenziale. Questi sono i principali dati emersi dal XXIII Rapporto dell’Istituto di Previdenza Sociale nazionale. (lentepubblica.it)

Leggi tutta la notizia Emerge un evidente dato... (Virgilio)

A un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.384 euro per i laureati di primo livello e a 1.432 euro per i laureati di secondo livello, in calo, in termini reali, dell’1,4% per i laureati di primo livello e dello 0,5% per quelli di secondo livello rispetto al 2022. (ilmattino.it)