Come cambiano i medici di famiglia, niente più studio privato: la riforma allo studio del governo

In lavorazione, tra il ministero della Salute e le Regioni, c'è una riforma dei medici di base che potrebbe portarli a diventare dipendenti del Ssn, e non più liberi professionisti. Dovrebbero lavorare nelle nuove Case della comunità, e non più in studi privati. Ecco le principali novità. (Fanpage.it)

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I nuovi medici di famiglia saranno assunti direttamente dal Servizio sanitario nazionale per lavorare sul territorio a cui saranno assegnati dai distretti. Prioritariamente alle oltre 1.400 case di comunità che apriranno in tutta Italia entro metà del prossimo anno grazie ai fondi del Pnrr. (Nurse Times)

“Migliaia di località resteranno senza medico, a rischio i pazienti più anziani” denuncia la Federazione medici territoriali e lancia un appello all’Anci: “1420 case di comunità a fronte di oltre 8mila comuni in zone montane e rurali. (Quotidiano Sanità)

Per i tumori abbiamo fatto molto, ma siamo lontani dall’aver risolto il problema, abbiamo fatto troppo poco per le malattie mentali e troppo poco per incentivare i giovani a essere medici e infermieri. (Corriere della Sera)

Medici di famiglia, vecchio studio addio: i nuovi assunti dentro le Case di comunità

Medico di famiglia: come cambia La sanità italiana si prepara a vivere una delle trasformazioni più significative degli ultimi decenni. Il tradizionale studio del medico di famiglia, punto di riferimento per generazioni di italiani, potrebbe presto diventare un ricordo del passato, lasciando spazio a un modello organizzativo completamente rinnovato. (Io Donna)

Venti milioni di ore l’anno: è il tempo che, già oggi, gli oltre quarantamila medici di medicina generale italiani sono pronti a dedicare ai servizi per i cittadini nelle Case di Comunità. E questo grazie alla nuova convenzione, che per molti aspetti diventa operativa nel 2025, attivando finalmente, per i medici di medicina generale, il ruolo unico. (Sanità24)

I giovani dottori che decideranno dopo la nuova specializzazione universitaria in cure primarie di diventare medici di famiglia non saranno più infatti come oggi dei “liberi professionisti” che siglano una convenzione con il Ssn in base alla quale tenere aperti i loro ambulatori per alcune ore al giorno gestendo un determinato numero di pazienti (1500 al massimo che con le deroghe arrivano in media a 1800) in modo autonomo e spesso troppo isolato, ma saranno dei veri e propri dipendenti assunti con orari e contratti nazionali. (Il Sole 24 ORE)