Il diritto calpestato contro Unifil e non solo

E Andrea Tenenti, il portavoce di Unifil, che dichiara: «La situazione è chiara: se nei mesi passati ci sono stati scontri, in questo caso sembrano attacchi voluti e deliberati contro l’Unifil da parte dell’Idf, l’esercito israeliano. Noi... continueremo a rimanere qui. Perché siamo qui con un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e non è pensabile che un membro dell’Onu possa prevalere sul Consiglio stesso. (L'Eco di Bergamo)

Ne parlano anche altri media

Sassari «La città è vicina a tutte le donne e gli uomini della Brigata Sassari impegnati in Libano». (La Nuova Sardegna)

Le regole di ingaggio per i militari italiani in Libano come in Kosovo e in Niger, in Libia o nel Mediterraneo sono una garanzia, ma possono trasformarsi in un cappio letale. Rispondere a un kalashnikov con una pistola. (ilmessaggero.it)

Quindi la responsabilità è di tutti". "E' molto difficile vivere così per 12 mesi, perché non è iniziato ieri" (la Repubblica)

Tajani: “Nostri militari non sono Hezbollah. No a bombe contro Onu”

La reazione della stampa italiana agli attacchi israeliani contro le basi ONU in Libano, parte della missione UNIFIL, è l'ennesimo esempio di come il discorso pubblico nel nostro Paese sia dominato da una narrazione ben precisa, asservita agli interessi occidentali e incapace di riconoscere la gravità dei crimini commessi da Israele. (Inside Over)

E' il primo Paese membro dell’Unione Europea a chiedere il riconoscimento dello Stato palestinese, fin dal 1980. Il retroterra comune è la sofferenza subita da una potenza occupante (Il Fatto Quotidiano)

Roma, 12 ott. Mandiamo un messaggio forte a tutti: i nostri militari non si toccano. (Agenzia askanews)