Liberation Day. Quando la libertà diventa un dazio

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Tempi ECONOMIA

In questi giorni Trump ha tenuto banco mandando in scena il cosiddetto “Liberation Day”. Un nome altisonante, scelto per annunciare l’introduzione di dazi doganali praticamente verso tutto il mondo, compresi gli angoli più remoti. Dazi su una vasta gamma di prodotti, mediamente del 28 per cento, con punte fino al 54 per cento verso la Cina, che hanno già avuto l’effetto immediato di far cadere le borse in tutto il mondo. (Tempi)

Ne parlano anche altri media

«Questa volta è diverso». Come amava dire il grande investitore Sir John Templeton, nel mondo degli investimenti queste sono tra le parole più costose. (Milano Finanza)

Le operazione sui dazi del presidente Trump mostrano con evidenza gli squilibri economici e sociali degli Stati Uniti ed il tentativo di aggredire un debito pubblico quasi fuori controllo con tagli alla spesa ed entrate fiscali derivanti dai dazi per contribuire al rallentamento del debito stesso . (Arianna Editrice)

Mistero Treasury: balzo dello 0,30% in poche ore, cos’è successo e c’entra la Cina?

Secondo Donald Trump, l’Unione europea è nata per «fottere» gli Stati Uniti. «I Paesi europei ci stanno fregando nel commercio: non prendono i nostri prodotti agricoli, le nostre auto e nient’altro, mentre noi acquistiamo milioni di macchine Bmw, Mercedes, Volkswagen». (Corriere della Sera)

Il Treasury a 10 anni ha chiuso offrendo un rendimento del 4,16%, ma aveva aperto la seduta al 3,89% e in tarda serata era salito fino al 4,22%. Tantissimo, specie se consideriamo di stare parlando di un bond di riferimento per l’intero mercato obbligazionario globale. (Investireoggi -)