Italia, rientrano tutti i migranti trasferiti in Albania
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Vatican News I Paesi dai quali fuggivano non erano sicuri, per questo non dovevano essere trasferiti in Albania e per questo ora rientrano in Italia a bordo della motovedetta della Guardia Costiera “Visalli”. È la decisione presa dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma circa la sorte dei 12 migranti, tra egiziani e bengalesi che, mercoledì scorso, erano stati condotti nel centro di permanenza e rimpatrio di Gjader, struttura creata in base all'accordo tra Italia e Albania, e per i quali ora è stato disposto il trasferimento al Cara di Bari-Palese (Vatican News - Italiano)
Ne parlano anche altre testate
La motovedetta della Guardia Costiera Visalli ha raggiunto il porto di Bari. A bordo c'erano i 12 migranti trattenuti soltanto per pochi giorni nel centro costruito in Albania dopo l'accordo tra il governo Meloni e quello di Rama Sono ripartiti alla volta dell'Italia 12 dei 16 migranti arrivati mercoledì in Albania, dopo essere stati tratti in salvo nel Mediterraneo dalle autorità italiane. (Euronews Italiano)
Giorgia Meloni conta di sgombrare il problema già domani, attraverso un Consiglio dei ministri che dovrebbe varare un decreto ad hoc. (Corriere della Sera)
Ventiquattr’ore dopo la sentenza del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento di 12 migranti nei nuovi, costosissimi centri tirati su in Albania, è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a passare all’attacco degli ex colleghi togati. (la Repubblica)
Lei, ministro Nordio, fa parte di un governo che tra giustizia, sicurezza e migranti scatena ogni giorno guerre contro le toghe. Andiamo all’ultimo caso. I giudici di Roma sottoscrivono la linea della Corte di giustizia Ue sull’obbligo di non rimandarli in paesi “non sicuri”. (la Repubblica)
"Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di alta politica". (Secolo d'Italia)
«È impossibile riconoscere come Paesi sicuri gli Stati di provenienza delle persone trattenute». Questa la motivazione con la quale i magistrati del tribunale per i migranti di Roma hanno giustificato il diniego della convalida del trattenimento dei 12 migranti in Albania, obbligando il nostro Stato a riportarli su territorio italiano. (il Giornale)