Bruno Vespa contro la Rai: "Indignato" per trattamento a Porta a Porta alla celebrazione dei 70 anni della tv

Bruno Vespa ha abbandonato l’evento organizzato dalla Rai per la celebrazione dei 100 anni della radio e i 70 anni della tv, in polemica con i vertici dell’azienda sul trattamento riservato alla sua trasmissione “Porta a Porta“. Il conduttore si è poi sfogato in una nota. La polemica di Bruno Vespa contro i vertici Rai Il messaggio della Rai sulle celebrazioni per radio e tv La precisazione di Carlo Conti La polemica di Bruno Vespa contro i vertici Rai In una nota riportata dall’agenzia ANSA, Bruno Vespa ha scritto: “Al Palazzo dei congressi ho abbandonato la celebrazione dei 100 anni della radio e dei 70 della televisione indignato per il trattamento riservato a ‘Porta a Porta'”. (Virgilio Notizie)

Ne parlano anche altri giornali

Tutto qui? I cento anni della radio e i settanta della televisione Rai sono finiti dentro a un programma di Carlo Conti, uno dei tanti, come se si stesse celebrando il compleanno di una persona più o meno famosa. (Corriere della Sera)

Non l'ha presa bene il noto conduttore la mancata menzione del suo programma che va avanti da tre decenni. (AreaNapoli.it)

Rosanna Ilaria Donato Web Content Editor Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate. (Libero Magazine)

Impossibile dimenticare le scene madri de “Il segno del comando”, lo sceneggiato in assoluto più avvincente della Rai: a fine ottobre in libreria con una nuova, libera trasposizione firmata da Loredana Lipperini ed edita da RaiLibri che progetta un’apposita collana sulle mitiche serie ’60-’70. (Il Giornale d'Italia)

Evento che si è svolto a Roma, presso Palazzo dei Congressi. Per quale motivo se n'è andato via infuriato? Perché durante questi festeggiamenti per la Rai nessuno ha mai citato il suo programma storico, Porta a porta. (La Gazzetta dello Sport)

Bruno Vespa bacchetta la Rai. Un post di poche righe su X per esprime tutto il disappunto e l'amarezza di chi, dopo sessant'anni di lavoro per la stessa azienda (la metà dei quali come conduttore di Porta a porta) non vede riconosciuto il proprio valore e il proprio ruolo. (il Giornale)