È la fine di Più Libri Più Liberi di Chiara Valerio? Le case editrici indipendenti si rivoltano: non solo Caffo, “fiera iperproduttiva che toglie guadagni anche alle librerie sotto Natale”
Sembrava fosse finita e invece è appena iniziata. Quest’anno Più Libri Più Liberi è diventata più di una fiera culturale. È un simbolo e l’affaire Caffo, di cui vi abbiamo parlato qui, non è stato altro che l’espediente affinché una rivolta culturale stavolta detonasse. Portabandiera dell’iniziativa è la casa editrice indipendente Effequ, ma altre, come Racconti edizioni, si sono presto aggregate. (MOW)
La notizia riportata su altre testate
Sio e la sua casa editrice Gigaciao, che vede tra i fondatori anche Fraffrog, Dado e Giacomo Bevilacqua, hanno annunciato che non parteciperanno a Più libri più liberi 2024, fiera romana dedicata al mondo della piccola e media editoria, in seguito alla polemica nata dalla presenza come ospite di Leonardo Caffo, filosofo e scrittore sotto processo con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna. (Fumettologica)
La decisione di Sio segue quella dalla casa editrice Gigaciao, di cui è cofondatore insieme a Dado, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua. (Adnkronos)
C’è una sola parola per descrivere quello che sta accadendo a “Più Libri Più Liberi” di Roma: ipocrisia. Ed è qui che si vede tutta l’ipocrisia. (Nicola Porro)
Eppure, si sta parlando moltissimo di Più libri Più liberi 2024, fiera dedicata alla piccola e media editoria — ma non certo per le motivazioni che, da lettori, vorremmo. Al centro della discussione sta, infatti, la polemica riguardo l’invito a Più libri Più liberi di Leonardo Caffo, filosofo e autore sotto processo per maltrattamenti alla ex-compagna. (Orgoglionerd)
Perché riguarda il concetto di libertà, che dovrebbe interessare tutti. Esiste un festival di letteratura nel nostro Paese che si chiama Più libri più liberi. (MOW)
In quale fiera, giornale, trasmissione, classifica, angolo che non siano casa sua o Propaganda Live, Zerocalcare riuscirà a sentirsi a suo agio? Quando, nel 2020, l’Espresso gli dedicò una copertina che lo definiva “l’ultimo intellettuale”, lui si dissociò spiegando che spesso la sua immagine e le sue parole venivano stravolti, suscitandogli la seguente reazione: «Me vojo ammazzà pe molto meno me… (La Stampa)