La donna che ha sconfitto la vergogna

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Violenza sulle donne

La frase simbolo di Gisèle Pelicot e di questo processo, «Non sono io che devo vergognarmi, ma loro», nella sua limpida semplicità apre un tema gigantesco, mai seriamente affrontato, mai lontanamente risolto: la vergogna e il senso di l’annientamento di sé che provano le vittime di stupro. Se il concetto di colpa sta faticosamente entrando nel dibattito pubblico e oggi sappiamo perlomeno cos’è … (La Stampa)

Su altre fonti

La sentenza contro Dominique Pelicot, 72 anni, è stata emessa dal tribunale di Avignone dopo che l’uomo è stato dichiarato colpevole di tutte le accuse a suo carico. L’ex marito di Gisèle Pelicot è stato condannato alla pena massima di 20 anni di reclusione per averla drogata e stuprata, consentendo anche ad altri uomini di commettere violenze sulla donna mentre lei era incosciente. (LAPRESSE)

Giustizia, forse, … Merci Gisèle, grazie Gisèle, l’orco Dominique è condannato, l’incredibile circo dei suoi schiavi a cui offriva il corpo della moglie per soddisfare la sua e loro patologica fame di sesso, sono in galera con lui. (L'HuffPost)

Il marito Dominique, 72 anni, è stato condannato a 20 anni di carcere, la pena massima prevista, perché avrebbe drogato e violentato sistematicamente la moglie per quasi un decennio nella loro casa di Mazan, nel sud della Francia. (WIRED Italia)

Stupri Pelicot, condannati marito (20 anni) e tutti i complici

«Penso anche a tutte le famiglie colpite da questa tragedia. Penso anche alle vittime non riconosciute, le cui storie rimangono spesso nell'ombra. (Corriere TV)

Le prove hanno permesso di contare 72 diversi aggressori, ma non tutti sono stati identificati dagli inquirenti. Altri hanno dato a lui la colpa, dicendo che li aveva indotti a pensare che stessero partecipando a giochi consensuali. (RSI Radiotelevisione svizzera)

È con dignità, la voce ferma, mai esitante, che Gisèle Pelicot ha preso la parola ieri davanti alle telecamere delle tv al termine di un processo già definito epocale, conosciuto ormai come quello “degli stupri di Mazan”: “È stata una prova difficile. (Il Fatto Quotidiano)