Perché in Ucraina salta mezzo governo. La mossa di Zelensky e le carte coperte: «Può essere una manovra per distrarre la Russia»

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Open ESTERI

Che succede in Ucraina? Le dimissioni in blocco di una serie di ministri ed esponenti di peso del governo hanno colto di sorpresa l’Occidente. Un po’ meno, probabilmente, l’Ucraina stessa, dove i media davano credito a voci su un possibile rimpasto da parte di Zelensky da mesi. Ma che nel tritacarne politico finissero pesi massimi come il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba o le due vicepremier Iryna Vereshchuk e Olha Stefanishyna – volti-chiave del dialogo con l’Occidente in questi due anni e mezzo di guerra – indica che qualcosa di ben più rilevante del «normale avvicendamento» che Kiev vorrebbe far intendere sia in corso. (Open)

Se ne è parlato anche su altri media

C’è chi lo ricorda sul mega-schermo di “Che tempo che fa”, ospite di Fabio Fazio dai bunker di Kiev in maglietta come Zelensky. Dopo Zelensky, non c’è nessun politico ucraino più visto e popolare di Dmytro Kuleba, classe 1981, un volto grigio che però è diventato uno dei vessilli della resilienza di Kiev di fronte all’Orso russo. (ilmessaggero.it)

Le sue dimissioni sono state approvate dal Parlamento e il sostituto già nominato. Il maxi rimpasto voluto dal presidente Zelensky per «dare energia nuova» al governo in questa fase cruciale della guerra procede spedita con pochi mugugni. (Corriere della Sera)

Un’esibizione di potere, più che una dimostrazione di debolezza, quella del leader ucraino che esattamente come un anno fa alla vigilia del viaggio all’Onu per l’Assemblea generale al Palazzo di Vetro, ha deciso di rimescolare tutte le carte, rimpastare l’esecutivo e presentarsi con quelle che adesso definisce, fornendo una spiegazione quasi emotiva, «forze fresche, energie nuove, in vista di un inverno che sarà davvero molto pesante. (ilmessaggero.it)

«Perezavantazhennia vlady» lo chiamano in ucraino. La seconda si riferisce al «potere» e dalla combinazione delle due si capisce chiaramente che l’apparato comunicativo di Volodymyr Zelensky ha scelto come concetto chiave non il «rimpasto di governo» ma il «nuovo inizio». (il manifesto)

Mentre Zelensky promette un cambiamento di oltre il 50% nel suo governo dopo l'attacco a Leopoli, è possibile che i ministri dimissionari assumano nuovi ruoli nella maggioranza scelta dal leader ucraino. (Fanpage.it)

La prospettiva è quella di convivere con i blackout, senza certezze nell’erogazione di luce e di riscaldamento, mentre la mobilitazione obbliga una parte crescente della popolazione maschile a partire per il fronte e gli attacchi russi contro le città aumentano. (la Repubblica)