Demna, da Balenciaga a Gucci: la rivoluzione creativa di uno stilista con un passato segnato dalla guerra

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Demna Gvasalia, noto semplicemente come Demna, è pronto a lasciare Balenciaga per assumere il ruolo di direttore artistico di Gucci a partire da luglio 2025. Una scelta che ha già scosso il mondo della moda, riorganizzando gli equilibri tra i grandi marchi del lusso. La sua nomina, annunciata ufficialmente da Francesca Bellettini e Stefano Cantino, rappresenta l’ultimo tassello di una ristrutturazione interna avviata da tempo dal gruppo Kering, proprietario di entrambi i brand.

Nato in Georgia 43 anni fa, Demna ha vissuto un’infanzia segnata dalla guerra civile e dalla fuga attraverso i campi profughi, esperienze che hanno inevitabilmente influenzato la sua visione creativa. Dopo aver raggiunto fama internazionale come uno degli stilisti più innovativi della sua generazione, ha guidato Balenciaga dal 2015, trasformandolo in un punto di riferimento per la moda contemporanea. La sua ultima sfilata per il marchio, prevista per il 6 luglio, segnerà il suo addio, mentre il debutto a Gucci non ha ancora una data ufficiale.

La sua estetica, spesso provocatoria e carica di significati sociali, ha ridisegnato i confini del lusso. Basti pensare alla sfilata autunno-inverno 2022-2023, dove una bufera di neve artificiale faceva da sfondo a modelli in total black, con buste dell’immondizia nere al posto delle borse, in un chiaro riferimento alla guerra in Ucraina. Un approccio che mescola realtà e finzione, lusso e provocazione, rendendo il suo lavoro immediatamente riconoscibile.

Intanto, il fashion system continua a muoversi: Donatella Versace, dopo tre decenni, lascia il ruolo di direttrice creativa della Medusa, pur rimanendo chief brand ambassador. Parallelamente, Miu Miu accoglie Dario Vitale nel suo team di design. Ma è Gucci a fare la mossa più audace, affidandosi a Demna per rilanciare un marchio che, nonostante il prestigio, ha vissuto momenti di incertezza negli ultimi anni.

La scelta di Demna non è solo una questione di stile, ma anche di strategia. Con la sua capacità di coniugare lusso e provocazione, il designer georgiano potrebbe portare una ventata di freschezza a Gucci, riportandolo al centro del dibattito culturale. Resta da vedere come il suo arrivo influenzerà l’identità del brand, già in fase di trasformazione.