Barnier, il modello Albania non trasferibile per Francia

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La Gazzetta del Mezzogiorno INTERNO

Il modello Albania "non è trasferibile per la Francia". Lo ha detto il primo ministro francese Michel Barnier a proposito dei centri per migranti frutto di un accordo tra l'Italia e l'Albania. Barnier ha fatto riferimento a ragioni "giuridiche e istituzionali". "Non credo che questa idea sia trasferibile in Francia, noi coopereremo con i paesi di transito e di partenza, è ciò che ha fatto l'Italia con la Libia o con la Tunisia col sostegno dell'Ue. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Se ne è parlato anche su altre testate

PUBBLICITÀ Nonostante l'apertura da parte degli Paesi membri dell'Ue, il primo ministro francese Michel Barnier ha dichiarato di non ritenere che l'accordo stipulato dall'Italia con l'Albania per l'invio dei richiedenti asilo in quel Paese possa funzionare in Francia. (Euronews Italiano)

Nel dibattito europeo innescato dal protocollo Italia-Albania, infatti, Francia e Germania si attestano su posizioni diverse: Parigi, attraverso la portavoce del governo Maud Brégeon, si mostra interessata al modello proposto da Roma e guardato con favore anche dalla Commissione e da numerosi Stati (Secolo d'Italia)

Ma c'è chi si oppone a quelle che anche Ursula Von der Leyen ieri ha presentato come «soluzioni innovative» per il contrasto ai trafficanti di uomini e rimpatri più rapidi, a partire dal protocollo Roma-Tirana. (il Giornale)

Nella nostra visione, la presidente della Commissione europea ne è la custode". Alla riunione di questa mattina organizzata da Meloni Ursula von der Leyen, per Macron, "è andata per spiegare cosa si può fare rimanendo in questo quadro", dunque a "difendere i trattati europei". (Civonline)

Il nuovo ministro dell’Interno transalpino ha cambiato rotta rispetto ai suoi predecessori e ha posto come priorità la gestione dei flussi. Per contrastare l’invasione di richiedenti asilo – soprattutto gli illegali – non è esclusa alcuna opzione. (Nicola Porro)

La Francia avrà una nuova legge sull’immigrazione all’inizio del 2025, la 33esima dal 1980, ancora più restrittiva di quella votata meno di un anno fa, il 26 gennaio 2024 (i cui decreti di attuazione non sono del resto ancora stati tutti pubblicati). (il manifesto)