Biden, l’ultimo hurrah di una generazione

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la Repubblica ESTERI

New York. “L’ultimo Hurrah” è romanzo del 1958 di Edwin O’Connor (Mondadori), da cui il regista John Ford trasse un film classico, l’attore Spencer Tracy come sindaco alla finale campagna elettorale, in una città gemella di Boston, classica pellicola di rimpianti, nostalgia, ripicche, rivalse, la passione della politica opposta all’esaurirsi della vita umana. Per Joe Biden il primo degli ultimi hurrah, altri ne avrà da qui al giuramento del nuovo presidente, gennaio 2025, è venuto nella notte italiana di mercoledì quando, malinconico, dimesso, orgoglioso ha parlato dalla Casa Bianca agli americani, ringraziandoli per “aver permesso a un bambino balbuziente e povero di Scranton, in Pennsylvania, di arrivare al vertice della politica”. (la Repubblica)

La notizia riportata su altre testate

Ma i “motivi di salute”, detti o non detti che siano, sono sempre la migliore delle scuse per togliersi da una situazione ormai catastrofica. Non sappiamo fino a che punto l’insorgere della malattia, per quanto lieve, abbia indebolito ancora di più il suo fisico già provato. (doppiozero)

“Credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del mio paese che io mi faccia da parte e che io mi concentri esclusivamente sul compimento dei miei doveri di presidente per il resto del mio mandato. (malpensa24.it)

Nicola Palmarini si occupa di longevità da oltre trent’anni: prima al Mit-Massachusetts Institute of Technology, ora come responsabile del National Innovation Centre for Ageing del governo britannico. È anche l’esperto che ha creato la rete City of Longevity, una piattaforma in cui le amministrazioni locali all’avanguardia nell’ambito della longevità possono scambiarsi le best practices. (Vita)

Le elezioni di domenica in Venezuela. È di questi argomenti che ci occupiamo oggi in «Giorno per giorno», il nostro podcast quotidiano con le notizie più importanti delle ultime 24 ore raccontate da Viviana Mazza, Sara Gandolfi, Marco Bonarrigo. (Corriere della Sera)

Un po’ tutti ci siamo scordati che non solo di politica si trattava. Il suo, però, è stato un discorso dignitoso, dopo un inizio di campagna elettorale segnato soprattutto da argomentazioni di bassa lega e insulti. (L'Eco di Bergamo)

Ma niente, niente può ostacolare il salvataggio della nostra democrazia, e questo include l'ambizione personale. Inizia con un discorso di undici minuti dallo Studio Ovale il lungo addio politico di Joe Biden (il Giornale)