All We Imagine as Light - Recensione: corrispondenza dell'amore

#articoli All We Imagine as Light mi ha ricordato Italo Calvino e il suo Le città invisibili: fotografie oniriche, archetipi del simbolismo, inespugnabili a livello deduttivo. Nel film di Payal Kapadiya vincitore del Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2024 l’onirico diventa invece analitico, cioè necessario, come strumento interpretativo e rappresentativo. Con gli stessi strumenti del suo documentario A Night Knowing Nothing, credo che la regista confezioni una delle pellicole più affascinanti dell’anno, tra mito e favola. (CineFacts)

La notizia riportata su altre testate

Amore a Mumbai, il cuore pulsante della città di Cristina Piccino Il Manifesto Amore a Mumbai è il titolo scelto dalla distribuzione italiana per All We Imagine as Light, il film che ha sorpreso lo scorso Festival di Cannes, arrivando negli ultimi giorni, ma già come un evento visto che rappresentava il ritorno dell'India nella competizione dopo trent'anni, per conquistare un meritatissimo Gran premio della giuria. (MYmovies.it)

LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO DI SENTIERI SELVAGGI Leggero e delicato racconto spaziale di Mumbai e dell’India attraverso gli occhi di due donne, le loro speranze ed il loro bisogno d’amore. Grand Prix Speciale della Giuria al 77° Festival di Cannes (Sentieri Selvaggi)

Avete presente quei film che possiedono innata e spontanea grazia? Che da dovunque li prendi e li vedi, anche solo singole sequenze o singole inquadrature, senza sapere nulla del resto, ti fermi, rimani rapito e dici “che meraviglia”? Ecco, Amore a Mumbai (meglio il titolo originale All we imagine as light) è uno di quei film lì. (Il Fatto Quotidiano)

Kapadia, la sorellanza sotto il cielo di Mumbai

Intitolato in originale All We Imagine as Light (“Tutto ciò che immaginiamo sia luce”), anche questo film è firmato da una regi… (la Repubblica)

La traduzione forse tradisce un po’ ciò che nel titolo internazionale veniva evocato, quel sentimento cioè di flânerie, fra luce e magia, che attraversa la narrazione, un’aria calma di dolcezza tropicale ma radicale tanto da far svanire ogni possibile suggestione «turistica». (il manifesto)

Amore a Mumbai, il film della regista indiana Payal Kapadia premiato con il Grand Prix al festival di Cannes, in sala dal 10 ottobre con Europictures, racconta l'esistenza dell'infermiera Prahba e della sua giovane coinquilina Anu, sua assistente nello stesso ospedale. (Il Mattino di Padova)