Luca Guadagnino, «Nel mio film scene di sesso estremo tra Daniel Craig e Drew Starkey»

Queer è il film di Luca Guadagnino, il più ambizioso e forse atteso tra gli italiani in gara alla Mostra, sospeso tra realtà e allucinazioni, il più audace. Ma guai a dirgli scandaloso, come fa il daily (il quotidiano del festival): «A parte che è una parola che non mi piace e non mi corrisponde. Lo scandalo ha a che fare con qualcosa che irrompe in un universo di cui si vuol far parte. Io sono me stesso, a prescindere da quello che gli altri si aspettano». (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

È consapevole, l’attore gallese, 56 anni, che il suo Queer, girato con Luca Guadagnino, è uno dei film più attesi dell’anno e lo accetta con lo stato mentale di chi non ha niente di cui preoccuparsi se non di fare ciò che gli piace. (la Repubblica)

Ora, lui metteva in campo anche gli “errori di percorso” e le “riprese avvelenate dall’odio o accecate dall’amore” – il che ci porta nei territori del gossip più che della critica – ma anche – e qui si sente la voce del critico che fu in principio – “uno scarto troppo forte tra intenzione ed esecuzione, un impantanarsi non percepibile o un’esaltazione ingannatrice”. (cinematografo.it)

Tutto questo spiega perché il testo di Burroughs – scrittore a… Aggiunge una cosa molto bella, Guadagnino: che il romanzo l’ha salvato dalla solitudine. (la Repubblica)

Queer, l’assoluto dell’amore e la paura di scoprirsi nell’altro

dedicato ai Papi nel Veneto o che hanno svolto importanti momenti del proprio pontificato nel Veneto. L'accordo siglato a Palazzo Balbi tra Ministero della Cultura, Regione del Veneto e Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo rappresenta una sinergia inedita in Italia, che prende spunto da un progetto di Fondazione MAC per valorizzare la storia audiovisiva dei due pontefici veneti del Novecento: Giuseppe Sarto, Pio X (1903-1914) e Albino Luciani, Giovanni Paolo I (1978). (Sky Tg24 )

L’incontro/colpo di fulmine con Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, apre a William un mondo di possibilità, e gli mostra come, finalmente, può stabilire anche lui una connessione intima con qualcuno. (Cosmopolitan)

Il Messico di Queer è una cascata di petali rosa che come in un musical sospendono nell’istante di un incantesimo il respiro «reale» del mondo. Queer planato sul Lido come una scossa liberatoria in un concorso veneziano incapace per lo più di sussulti aggiunge un frammento – forse uno dei più intensi e personali – all’«autobiografia» del regista fatta di cinema, di amori, di. (il manifesto)