Così la politica virile si scopre impotente

Fra gli aspetti più evidenti di questa anomala campagna presidenziale spicca senz’altro l’abisso fra lo stile comunicativo di Donald Trump e quello di Kamala Harris, a oggi la più probabile avversaria. Si tratta di una contrapposizione estrema, quasi manichea, fra peso e leggerezza: il primo incarnato da Trump, la seconda da Harris. Ed è anche il tema (a proposito di America) della più celebre e forse affascinante delle “Lezioni americane” di Italo Calvino: il contrasto fra un mondo di pietra e la levità della luce lunare. (La Stampa)

Su altri media

Kamala Harris è quasi certa di diventare la candidata democratica alla presidenza, ma gli Stati Uniti sono pronti per una donna alla Casa Bianca? Si pensava che lo fossero già otto anni fa, ma Hillary Clinton, pur avendo avuto più voti popolari, perse proprio contro Donald Trump (ilmessaggero.it)

Da diverse ore assistiamo ad un incredibile gioco del destino: la beatificazione in vita di Kamala Harris. Se non fosse tutto vero, penseremmo ad uno scherzo. (L'Opinione delle Libertà)

Fiorello «si prende una pausa».In difesa sul fronte dell’intrattenimento, stuzzicante nella fiction, incline all’azzardo nell’informazione. Potrebbe essere questa la sintesi della prossima... (La Verità)

Giuliano Ferrara: "Kamala è un film di serie B. Solo con Michelle Obama cambierebbe tutto"

Un'altra presidente, Micheline Calmy-Rey, che ricoprì l'incarico nel 2007 e nel 2011, commentò così ai microfoni della RTS la mancata elezione di Hillary Clinton nel 2016: «Il simbolo di avere una donna a capo del più potente Stato del mondo, in grado di premere il pulsante nucleare e di essere il comandante in capo, ha generato scetticismo e opposizione». (Corriere del Ticino)

Un primo risultato (non bisogna rispondere ai faziosi con una faziosità speculare) l’hanno già ottenuto. Le Brigate Kamala, centro di comando sulla collina di Hollywood (tra i graduati più attivi ieri si sono segnalati George Clooney e Beyoncé) e cellule sparse in tutto il bel mondo occidentale, giù giù fino alle redazioni italiche, sono alacremente all’opera. (Liberoquotidiano.it)

L'unica speranza dei democratici per battare Donald Trump si chiama Michelle Obama. "Non vuole? Può darsi, ma sarebbe tragico un rigetto del destino politico da parte di una donna coraggiosa e ambiziosa". (L'HuffPost)