Respinto il ricorso dei sindacati per la precettazione. Salvini: "Difendo il diritto alla mobilità"

Niente da fare per i sindacati. Il presidente della terza sezione del Tar ha respinto il ricorso d'urgenza presentato contro la precettazione firmata da Matteo Salvini. Il vicepremier, nonchè ministro dei Trasporti, ha parlato di grande soddisfazione: "Difendo il diritto alla mobilità degli italiani" . Il ricorso di Cgil e Uil era stato presentato questa mattina al Tar del Lazio. L’obiettivo dei sindacati era quello di contestare l’ordinanza con la quale Salvini aveva ordinato la riduzione a 4 ore dello sciopero generale nazionale di 24 ore proclamato per domani nei servizi del trasporto aereo, del trasporto pubblico e del trasporto marittimo. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il termine "precettazione" si riferisce al provvedimento amministrativo straordinario con cui l'autorità competente impone un termine per la durata di uno sciopero o delle restrizioni che ne limitano lo svolgimento. (Brocardi.it)

Dalla scuola alla sanità, dalle fabbriche agli statali, dal commercio alla giustizia, fino ai trasporti urbani, la mobilitazione dei lavoratori rischia di paralizzare l’Italia. Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra coinvolgerà venerdì 29 novembre tutti i settori, pubblici e privati. (Il Fatto Quotidiano)

Lo sciopero generale del 29 coinvolgerà anche il settore dei trasporti pubblici locali, con disagi nonostante le fasce di garanzia e l'orario ridotto (Open)

Sciopero generale, dal privato al pubblico: chi incrocia le braccia venerdì e quando. Fermi i trasporti (ma per 4 ore)

GRAMMA (Avvenire)

La riduzione è arrivata dopo la precettazione firmata dal ministro dei Trasporti Salvini, per scongiurare le sanzioni ai lavoratori. (MilanoToday.it)

Il diritto allo sciopero per quattro ore è sacrosanto, ma con 940 scioperi effettuati da che esiste questo governo direi che il diritto allo sciopero è abbondantemente garantito. " Voglio semplicemente far lavorare e far viaggiare gli italiani. (il Giornale)