Medici-dipendenti in Casa di comunità «Così non va bene»
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Il caso Pavia La proposta di riforma della medicina di base preoccupa le nuove leve, cioè quelle più interessate dalle modifiche sulle quali è al lavoro il governo: «Molti iscritti al corso per medici di base di Pavia, ma non solo, stanno valutando se abbandonare il percorso triennale in favore di altre carriere nell’ambito della medicina, lascia… (La Provincia Pavese)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Aodi: “Il 13% dei medici di AMSI e UNITI PER UNIRE sono Medici di Medicina Generale, a testimonianza dell’importanza di rafforzare il ruolo dei medici di famiglia nella sanità territoriale, attraverso misure concrete che garantiscano tutele, risorse e condizioni di lavoro dignitose”. (AssoCareNews.it)
Ma il suo tema centrale è in discussione da tempo e ciclicamente torna: oggi i medici di famiglia sono dal punto di vista formale liberi professionisti che lavorano in convenzione con il sistema sanitario, pagati dallo Stato in base al numero di assistiti (70 euro lordi l’anno ad assistito se ne hanno fino a 500, 35 euro lordi circa se ne hanno di più, con l’aggiunta di bonus fissi per alcune prestazioni). (Famiglia Cristiana)
Il documento è stato ottenuto dal Corriere della Sera, che ha potuto visionare un testo di ventidue pagine, specificando che si tratta di materiale in continuo aggiornamento. (WIRED Italia)
È forse giunto il tempo di mettere, come suol dirsi, i piedi nel piatto di questa fantomatica riforma della sanità territoriale ed in particolare sulla singolare intenzione di chiudere l'attuale sistema a convenzione dei medici di medicina generale sostituendolo con la dipendenza dal Ssn. (Quotidiano Sanità)
La proposta del Governo, ancora in bozza, si propone di modificare l'inquadramento dei medici di famiglia nel Sistema Sanitario Nazionale. (TargatoCn.it)
05 FEB "Bene le dichiarazioni del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in merito al possibile passaggio dei medici di medicina generale al contratto della Dirigenza del Ssn, auspichiamo che le Regioni mettano in campo una vera riforma delle cure primarie a partire dalla formazione specialistica e dal rapporto di lavoro con il Ssn, per incidere su un'organizzazione oggi frammentata". (Quotidiano Sanità)