Lamezia, Masi (Pd): 'No alle retribuzioni diversificate tra Nord e Sud'
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"La Camera ha approvato un ordine del giorno presentato dalla Lega che prevede retribuzioni diversificate per i dipendenti pubblici a seconda del costo della vita di ciascuna regione. Il centro destra, con il consenso del governo, non contento dello spettacolo vergognoso offerto al Paese con l’affossamento del disegno di legge sul salario con un blitz notturno ha messo per l’ennesima volta nero su bianco che auspica l’introduzione delle gabbie salariali e che dunque gli insegnanti del Centro Sud secondo loro valgono meno di quelli del Nord e devono ricevere stipendi più bassi" è quanto si legge in una nota di Gennarino Masi Segretario cittadino Pd. (Il Lametino)
La notizia riportata su altre testate
Sta suscitando un acceso dibattito il provvedimento della Lega, con parere favorevole del Governo, che prevede la differenziazione degli stipendi degli insegnanti sulla base del luogo di servizio e del diverso costo della vita nelle diverse regioni da Nord a Sud. (Oggi Scuola)
I sindacati hanno espresso il proprio dissenso, sostenendo che il Paese non deve essere diviso, ma che occorre lavorare per arrivare ad un incremento delle retribuzioni per tutti i lavoratori della scuola. (Scuolainforma)
Per quanto riguarda i costi della vita relativi alle città metropolitane e in particolare le aree del Nord è evidentemente un tema all’attenzione anche del sindacato perché il fenomeno del precariato che si sposta da sud a nord è un fenomeno molto diffuso. (Tecnica della Scuola)
Prima considerato un cavallo di battaglia esclusivo della Lega, l'opinione sulla questione sembra ora condivisa dalla maggioranza: le retribuzioni dei dipendenti pubblici e privati dovrebbero essere adeguate al contesto geografico in cui risiedono. (QuiFinanza)
I sindacati della scuola respingono con forza l’idea della maggioranza di Governo di introdurre, con un ‘ordine del giorno già approvato e un disegno di legge che ha appena avviato il suo iter, gli stipendi dei docenti maggiorati solo nelle regioni dove la vita è oggettivamente più cara: contro le cosiddette ‘gabbie salariali’, i rappresentanti dei lavoratori si dicono pronti a mobilitarsi e a scendere in piazza. (Tecnica della Scuola)
Su la Stampa, Chiara Saraceno esordisce con un titolo che chiarisce tutto e sul quale anche noi ci eravamo intrattenuti: “Le gabbie salariali e quell’insana voglia di dividere il paese”, e che così inizia il pezzo: “Mentre il governo ha bloccato la proposta di salario minimo presentata dalle opposizioni sale la voglia di tornare a una qualche forma di gabbie salariali in nome del diverso costo della vita su base territoriale. (Tecnica della Scuola)