Un orso accompagna la vittoria di Tadej Pogačar ed evidenzia i sentimenti contrastanti suscitati da questo animale

L’attacco che ha portato Tadej Pogačar a vincere il campionato del mondo di Zurigo e a indossare la maglia iridata – la più suggestiva, forse, nel policromo mondo delle gare ciclistiche – è iniziato presto, a 100 chilometri dal traguardo, anticipando ogni fantasia e sorprendendo un po’ tutti. Così ci ha inchiodati al divano, in un saliscendi emotivo che sembrava seguire le ondulazioni del percorso: ce la fa o lo riprendono? È stata una strategia avventata o un colpo di genio? A una ventina di chilometri dal traguardo la posizione in sella del campione sloveno, sempre elegantissimo quando pedala, ha iniziato a disunirsi in una progressione meno aggraziata. (il Dolomiti)

La notizia riportata su altre testate

ROMA – Uno, due, tre. Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale. Splendido tris per Tadej Pogacar, che ha trionfato a Zurigo nella gara iridata. Lo sloveno è il dominatore assoluto del ciclismo in questo 2024. (Dire)

Come accade a noi comuni mortali, anche Tadej Pogacar ieri mattina non ha sentito la sveglia: «La prima l’ho spenta, la seconda anche, la terza non la ricordo. A tirarmi giù dal letto ci ha pensato il mio compagno di stanza Tratnik». (Corriere della Sera)

Un 29 settembre che rimarrà nella storia del ciclismo. E invece, nella maniera più rocambolesca, ha ottenuto il terzo grande obiettivo della sua stagione dopo Giro d’Italia e Tour de France. (InBici)

Eddy Merckx ammette: “Pogacar più forte di me, ormai è evidente”

L’ultima giornata è stata un inno al ciclismo e allo sport, perché a far festa sono state, come da tradizione nel mondo delle due ruote, tutte le nazionalità, mescolate lungo il tracciato a incitare indistintamente tutti i corridori tra un brindisi, uno spuntino e un ballo nonostante la maggior parte dei presenti non abbia visto il proprio beniamino trionfare. (RSI.ch Informazione)

Credit foto: Instagram C’è un ciclismo italiano che non conosce la crisi degli ultimi anni. C’è un ragazzo il cui nome lo sentiremo spesso d’ora in avanti, specie nei grandi Giri. Il suo nome è Lorenzo Finn, padre inglese di Sheffield, che milita nella formazione tedesca Grenke, il vivaio della Red Bull di Primoz Roglic, che di campioni se ne intende da sempre. (IlSudest)

Lo sloveno Tadej Pogacar, in qualche modo, ci ha riportato indietro senza l’uso della di una DeLorean portata alle note 88 mph. Sì, perché il modo in cui l’asso della UAE Team Emirates si è preso la maglia con l’arcobaleno è da raccontare ai nipotini davanti al camino. (OA Sport)