Morto sul lavoro in porto, Giovanni Battista Macciò, una vita spezzata





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Genova. Giovanni Battista Macciò, noto a tutti come "Francesco", è deceduto nelle prime ore del mattino del 18 dicembre presso il terminal Psa Prà del porto di Genova. L'operaio, 52 anni, residente a Castiglione Chiaverese, è stato travolto da una ralla mentre controllava i sigilli di un container, perdendo la vita sul colpo. La tragedia ha colpito profondamente i colleghi della Culmv, i camalli del porto, e il comitato Ricordo vittime ponte Morandi, di cui Macciò era membro attivo.
La moglie, Roberta Costanzo, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia, ricordando come il marito avesse spesso segnalato problemi di sicurezza sul posto di lavoro. Le parole di Costanzo, cariche di amarezza, riflettono una preoccupazione diffusa tra i lavoratori portuali, che da tempo denunciano le condizioni precarie in cui sono costretti a operare.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha espresso il suo cordoglio alla famiglia e ai colleghi della vittima, sottolineando come ogni vita persa rappresenti una ferita profonda per la città. Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha manifestato il suo dolore per l'accaduto, augurando una pronta guarigione all'altro operaio rimasto ferito nell'incidente.
Giovanni Battista Macciò, descritto da chi lo conosceva come una persona meravigliosa e incredibilmente generosa, lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia e tra i suoi amici.