Cina-Usa, via alla guerra dei chip: stop alle vendite negli Stati Uniti dopo le ultime restrizioni imposte da Washington
Mentre l’America di Donald Trump si prepara alla seconda fase della guerra commerciale con la Cina, l’amministrazione Biden continua la sua lotta per difendere la produzione di microchip ed evitare che Pechino abbia accesso alla tecnologia. Nonostante manchino ancora due mesi al giorno dell’inaugurazione, la tensione tra i due paesi è tornata ai livelli del 2017: il presidente eletto, infatti, sta marcando il territorio con post su Truth Social e dichiarazioni che portano direttamente verso un nuovo scontro. (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Gallio, germanio, antimonio e materiali super duri non potranno più essere esportati in Usa a causa delle preoccupazioni «per la sicurezza nazionale», ha dichiarato il Ministero del commercio cinese che imporrà anche una revisione più rigorosa dell'uso finale dei prodotti a duplice uso legati alla grafite, spediti in America (Milano Finanza)
Ecco cosa sta succedendo (CorCom)
A cura di Elisabetta Rosso (Fanpage.it)
Poche settimane prima del giuramento di Donald Trump, Biden rafforza la posizione statunitense per ostacolare la capacità della Cina di accedere e produrre chip, che possono aiutare a far progredire l’intelligenza artificiale per applicazioni militari, o comunque minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. (QuiFinanza)
La mossa, annunciata martedì 3 novembre dal ministero del Commercio, è arrivata il giorno dopo che l’amministrazione Biden ha dato una stretta all’export di chip americani verso Oriente: l'intenzione della Casa Bianca è rendere più difficoltoso lo sviluppo di un'intelligenza artificiale avanzata. (WIRED Italia)
Alle mosse annunciate ieri da Washington per colpire l'industria cinese dei semiconduttori, la Cina non tarda a rispondere agli Stati Uniti: ultima escalation di tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali in vista dell'insediamento di Donald Trump. (la Repubblica)