Già fuori dagli europei Meloni, ora spera di essere ripescata

«Non potevo fare diversamente», ha detto Giorgia Meloni nella notte tra giovedì venerdì, subito dopo lo strappo: voto contrario alle candidature di Costa e Kallas per la presidenza del Consiglio europeo e l’Alto commissariato agli Esteri, astensione su von der Leyen per il secondo mandato alla presidenza della Commissione. A quel punto, effettivamente, la premier italiana non aveva altra strada. Oltretutto esporsi a favore di Ursula avrebbe fatto alla candidata più danno che altro, spingendo i socialisti ad affossarla nel segreto dell’urna, il 18 luglio nell’aula di Strasburgo (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

Finendo per isolarsi e rendendosi totalmente incapace di incidere» Il giorno dopo il summit che ha scelto i pross… «Al tavolo del Consiglio europeo i leader sanno che il pragmatismo deve prevalere sull’emotività e invece Giorgia Meloni è parsa in preda all’impulsività e a un eccesso di orgoglio: anziché fare un passo verso gli altri, ha atteso invano che altri lo facessero verso di lei. (La Stampa)

Luciano Lama chiedeva sempre ai dirigenti sindacali di evitare, nelle relazioni con il padronato, quella che lui chiamava la "sindrome di Tecoppa", una sorta di miles gloriosus il quale pretendeva che, nei duelli, l’avversario stesse fermo per poterlo infilzare meglio. (L'HuffPost)

La premier ha affermato che la decisione sarebbe stata presa “attorno al caminetto” tra i rappresentanti di Governo e delle forze politiche che vararono a suo tempo la prima Commissione europea diretta da Ursula von der Leyen, per la riconferma di un secondo mandato, anziché scegliere attraverso il consenso nell’ambito del Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo. (opinione.it)

Europarlamento, veti incrociati: ora von der Leyen rischia la bocciatura. La situazione (e cosa succede ora)

La partita di Bruxelles non è finita. Il voto della destra italiana, specialmente del Meloni-partito, potrebbe pesare nella rielezione di Ursula von der Leyen. Popolari-Socialisti-Liberali hanno una maggioranza, tuttavia non al riparo dai prevedibili franchi tiratori. (malpensa24.it)

Perché è stata esclusa dai “caminetti” e dai “tecnocrati”. Comunque, incomprensibile. (Tiscali Notizie)

E sarà una scalata disseminata di insidie, verso quota 361. Altro che finita con l’investitura dei leader; la vera campagna elettorale per Ursula von der Leyen è appena cominciata. (ilmessaggero.it)