Dazi, inflazione e tassi: preoccupano anche le scelte degli Stati Uniti
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I dazi annunciati da Trump preoccupano. E non solo perché poi ne risente l’export — aspetto non secondario per l’economia bresciana — ma anche perché il rischio è che un dazio tiri l’altro, che poi ritorni un po’ di inflazione e che quindi la politica dei tassi d’interesse interrompa o rallenti il cammino dei ribassi. Un bel problema: tassi più bassi significano più investimenti e più consumi, di cui ci sarebbe un dannato bisogno in questo momento. (brescia.corriere.it)
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La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane è uno di quegli eventi che vengono letti in maniera opposta da main street e da Wall Street, cioè dall’economia reale e dalla finanza. Gli elettori che non hanno votato per il candidato repubblicano temono quattro anni di caos, attacchi ai diritti civili, incluso l’aborto, tagli al welfare e a tutta la pubblica amministrazione, forse la fine della democrazia americana. (Vanity Fair Italia)
Minuti per la lettura L’insediamento di Trump alla Casa Bianca potrebbe portare ad una nuova stretta sui dazi che colpirebbe l’agroalimentare ma una chance arriva dall’euro debole (Quotidiano del Sud)
Ultim'ora news 22 novembre ore 20 (Milano Finanza)
Adjunct Professor Luiss Business School E’ da molto tempo che la fiscalità costituisce una palla al piede per lo sviluppo dell’Europa. Ora, con l’elezione di Trump, i nodi stanno venendo definitivamente al pettine. (la Repubblica)
Guindos ha anticipato che i Paesi obiettivo dei dazi reagiranno facendo altrettanto, portando a una guerra commerciale. "Se metti un dazio del 60% sui prodotti cinesi, la Cina inizierà a guardare ad altri mercato e questo devierà i flussi commerciali verso altre giurisdizioni", una guerra commerciale che, come negli anni 30, avrebbe "un impatto molto negativo dal punto di vista della crescita economica e, anche se in misura minore, sull'inflazione". (Tiscali Notizie)
Un interessante articolo pubblicato sull’ultimo numero del celebre mensile “Decanter” sottolinea che nel Paese si respira un clima di profonda incertezza per quanto riguarda le decisioni che potrebbero essere prese e che “molte aziende vinicole e coltivatori statunitensi si stanno preparando ad importanti cambiamenti”. (Agenzia askanews)