Dazi, inflazione e tassi: preoccupano anche le scelte degli Stati Uniti
I dazi annunciati da Trump preoccupano. E non solo perché poi ne risente l’export — aspetto non secondario per l’economia bresciana — ma anche perché il rischio è che un dazio tiri l’altro, che poi ritorni un po’ di inflazione e che quindi la politica dei tassi d’interesse interrompa o rallenti il cammino dei ribassi. Un bel problema: tassi più bassi significano più investimenti e più consumi, di cui ci sarebbe un dannato bisogno in questo momento. (brescia.corriere.it)
Su altri giornali
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane è uno di quegli eventi che vengono letti in maniera opposta da main street e da Wall Street, cioè dall’economia reale e dalla finanza. Gli elettori che non hanno votato per il candidato repubblicano temono quattro anni di caos, attacchi ai diritti civili, incluso l’aborto, tagli al welfare e a tutta la pubblica amministrazione, forse la fine della democrazia americana. (Vanity Fair Italia)
Dazi, dazi e ancora dazi. E ci va ancora bene: alla Cina ha promesso dazi del 60%. (Corriere TV)
A lanciare l'allarme è il vice presidente della Bce Luis de Guindos intervenendo al Foro Observatorio Económico a Madrid. I dazi promessi dal presidente eletto Usa Donald Trump rischiano di innescare il "circolo vizioso" di una guerra commerciale. (Tiscali Notizie)
Adjunct Professor Luiss Business School Due saranno gli ambiti principali. Il primo è l’abbandon… (la Repubblica)
L’euro scende ai minimi sul dollaro raggiungendo così il livello di fine novembre del 2022 ed è allarme per l’economia. Ma il settore agroalimentare potrebbe invece beneficiare di questo andamento per rafforzare la presenza sul mercato statunitense che si avvia a diventare il primo sbocco per il cibo italiano scippando il podio alla Germania alle prese con una difficile congiuntura. (Quotidiano del Sud)
Un interessante articolo pubblicato sull’ultimo numero del celebre mensile “Decanter” sottolinea che nel Paese si respira un clima di profonda incertezza per quanto riguarda le decisioni che potrebbero essere prese e che “molte aziende vinicole e coltivatori statunitensi si stanno preparando ad importanti cambiamenti”. (Agenzia askanews)