Meloni da Vespa: "Dal Tribunale di Bologna un volantino propagandistico". E su Elkann dice: "Mancanza di rispetto"

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"Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale. L'argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, sul piano giuridico è più debole". A dirlo è la premier Giorgia Meloni intervistata da Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta, in onda mercoledì sera su Rai 1. (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altre testate

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha ripetuto ieri sera nel salotto televisivo di ‘Porta a porta’, rivelando anche di aver ricevuto “minacce di morte” da parte dei “trafficati”. Bruxelles-Roma, 31 ott. (Agenzia askanews)

Durante la registrazione di “Porta a Porta” la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivela di essere stata vittima di minacce di morte dai trafficanti di esseri umani in relazione al caso dei centri in Albania. (Virgilio Notizie)

Dalla premier Meloni un nuovo attacco ai magistrati, dopo la decisione del tribunale di Bologna di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue, sul decreto Paesi sicuri: "Le argomentazioni dei giudici sembrano più un volantino propagandistico". (Fanpage.it)

In tv. Meloni: «Propaganda dai giudici di Bologna. Dossier, implacabili su infedeli»

Sto a sbaglia’ tutti i conti… ho fatto un casino». «Sto a da’ dei numeri a... (la Repubblica)

Il Sindaco di Grottaglie, Ciro D'Alò, ha preso oggi una forte posizione contro l'ennesima manovra che penalizza gli enti locali, inviando una lettera di protesta al Governo e alle massime autorità istituzionali. (Tarantini Time Quotidiano)

Giorgia Meloni torna in tv, a tutto campo su tutti i principali temi d’attualità: dai migranti e dai centri di Albania, riguardo ai quali definisce «da volantino propagandistico» le argomentazoni del Tribunale di Bologna, che ha rinviato il decreto-legge sui “Paesi sicuri” alla Corte di Giustizia europea per chiedere quali siano i parametri per difinirli, ai dossieraggi rieptuti che sono «uno schifo che deve finire». (Avvenire)