Filippo Turetta, la lettera ai genitori dopo l'arresto: «Non sono cattivo. Se volete rinnegarmi lo capisco»

Filippo Turetta, la lettera ai genitori dopo l'arresto: «Non sono cattivo. Se volete rinnegarmi lo capisco»
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La lettera scritta da Filippo Turetta dopo l'arresto e pubblicata dal Corriere della Sera. «Adesso sono nel carcere di Halle. Mi sono fatto arrestare l'altra sera a lato di un'autostrada in Germania. Non riuscivo più a suicidarmi, e dopo giorni ho deciso di costituirmi. Mi hanno prima portato in una sala interrogatori, mi hanno fatto spogliare e raccolto tutti i miei vestiti dentro appositi sacchetti di plastica. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altri giornali

Leggere a distanza di mesi la lettera che Filippo Turetta ha scritto ai suoi genitori poco dopo l’arresto in Germania (novembre 2023) risponde in modo disarmante alla domanda che tutti avremmo voluto porgli: “Come hai potuto?”. (Famiglia Cristiana)

Il prossimo 25 ottobre, il ragazzo si sottoporrà all'interrogatorio davanti ai giudici della Corte d'Assise di Venezia, poi seguiranno altre quattro udienze e infine la sentenza, attesa per il 3 dicembre. (il Giornale)

"Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore. Sono le parole che Filippo Turetta reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin, ha scritto in una lettera ai genitori - allegata agli atti del processo - pubblicata oggi dal sito del Corriere della Sera. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

«Quello a Turetta non è un processo al femminicidio». C’è un giudice a Venezia

C'è un Turetta feroce assassino, raccontato nelle carte degli inquirenti, e un Turetta prostrato, in ansia per i genitori, raccontato negli scritti che inviò loro durante i giorni trascorsi nel carcere di Halle, subito dopo il suo arresto in Germania (TG Padova)

Come femministe, mai vorremmo che un processo per femminicidio divenisse un palcoscenico per le morbosità di cronaca rosa o nera: è anzi ciò contro cui combattiamo. Rischia di essere un grave passo indietro la decisione della Corte di Assise di Venezia di non ammettere la costituzione di parte civile delle associazioni femministe nel processo a Filippo Turetta, imputato per il femminicidio di Giulia Cecchettin. (L'HuffPost)

Se si sposta questo quadro a obiettivi più ampi si snatura totalmente il processo. Il processo non è uno studio sociologico, quello si fa in altre sedi, il processo è l’accertamento di responsabilità dei singoli». (Tempi.it)