Facciamo chiarezza sulla sentenza della Corte di Cassazione sul crocifisso a scuola
Al contrario, le sezioni unite civili della Corte scrivono che “l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato.
La conseguenza per i giudici è che il crocifisso può venire esposto in classe e che la sua affissione non costituisce un atto di discriminazione nei confronti del professore, motivo per cui non è stato disposto alcun risarcimento. (Wired Italia)
Ne parlano anche altri giornali
Si avrà una società anonima, livellata verso il basso, senza conoscenza e senza storia. E’ come nelle relazioni umane: per intessere relazioni sane occorre prima conoscersi per poi conoscere gli altri». (leggo.it)
È il Crocifisso, il Vivente, e nessuno può toglierlo dal mondo, e nessuno ce lo stacca dal cuore Il gesto di togliere a forza, da sé, il crocifisso voluto dagli alunni non pare esattamente un atto educativo. (Avvenire)
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Il rammarico per il professor Metastasio è che “questa sentenza arrivi ben 13 anni dopo i fatti” In ogni caso, ha aggiunto, “le mie ragioni vengono affermate, in quanto finalmente viene detto che imporre il crocefisso in un ufficio pubblico è in contrasto con la Costituzione. (Tecnica della Scuola)
“I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni, ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”. (MilanoPost)
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato che la disposizione del regolamento degli anni venti del secolo scorso – che tuttora disciplina la materia, mancando una legge del Parlamento – è suscettibile di essere interpretata in senso conforme alla Costituzione. (PaeseRoma.it)