Eddy Merckx ammette: “Pogacar più forte di me, ormai è evidente”

Una follia per tutti, ma non per Tadaj Pogacar. Pensare che un corridore, partito a 100 km dal traguardo, possa prendersi la maglia iridata nella corsa in linea dei professionisti è roba da ciclismo d’altri tempi. Lo sloveno Tadej Pogacar, in qualche modo, ci ha riportato indietro senza l’uso della di una DeLorean portata alle note 88 mph. Sì, perché il modo in cui l’asso della UAE Team Emirates si è preso la maglia con l’arcobaleno è da raccontare ai nipotini davanti al camino. (OA Sport)

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Fu quando Tadej Pogacar, in maglia gialla, si mise a guardare la maglia iridata del suo amico van der Poel. Senza che ne accorgessimo, eravamo al Tour de France quando è stato chiaro quello che sarebbe successo oggi a Zurigo. (Bicisport)

Un’impresa epica che rimarrà nella storia non solo del ciclismo ma dello sport in generale. A Zurigo Pogacar ha incantato tutti, cogliendo il 23. (Gazzetta del Sud)

Era il favorito e lo ha dimostrato, come solo i grandissimi dello sport sanno fare. Dopo Giro e Tour arriva anche il Mondiale nello stesso anno eguagliando così Eddy Merckx nel 1974 e Stephen Roche nel 1987. (Bike Channel)

Pogacar vince i Mondiali di ciclismo: «Ho fatto una cosa stupida». Lo scatto da solo a 100 km dal traguardo

E che tempi: dalla tripletta Giro d'Italia-Tour de France-Mondiale precedentemente riuscita solo a Eddy Merckx e Stephen Roche alla fuga monstre di Vittorio Adorni nella rassegna iridata del 1968. Altri tempi, appunto: poi c'è lui, lo sloveno, che nel 2024 si prende tutto ciò che voleva, con l'eccezione della Milano-Sanremo, la corsa sulla carta più 'semplice' del lotto che però, come da ammissione del diretto interessato, rischia di assumere i tratti di un tabù. (Quotidiano Sportivo)

Invece l’impresa straordinaria la fa il "vecchio" Vittorio Adorni, a 30 anni: una fuga di 200 chilometri, di cui 80 in perfetta solitudine. Che però comincia con una fuga per la vittoria lunghissima e indimenticabile. (La Gazzetta dello Sport)

Come accade a noi comuni mortali, anche Tadej Pogacar ieri mattina non ha sentito la sveglia: «La prima l’ho spenta, la seconda anche, la terza non la ricordo. E ancora come noi esseri umani, ieri Pogacar ne ha combinata una grossa sul lavoro: «Ho fatto una cosa stupida, di quelle che quando te ne accorgi è tardi per rimediare: non si scatta da soli a 100 chilometri dal traguardo di una corsa ciclistica, figuriamoci del Mondiale». (Corriere della Sera)