Gloria! Recensione
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La cantante e musicista esordisce alla regia (di un lungo) con un film sorprendente e vitale, che porta avanti con allegria e musica trascinanti le sue giuste istanze femminili e femministe. Ecco la recensione di Gloria! di Federico Gironi. Gloria! inizia, e subito ci viene spiegato dove e quando siamo: in un orfanotrofio femminile, alle porte di Venezia, nel 1800. Subito, ci viene reso evidente che la protagonista del film si chiama Teresa, è quella che ai tempi si chiamava una serva, che è muta (o così pare) e che ama i bambini. (ComingSoon.it)
Su altre fonti
Un rumore. Un dettaglio. (Sentieri Selvaggi)
Prodotto dall’etichetta Campana della MR. FEW, l’album “Santacaterina” vuole essere un progetto all’interno del quale la chitarra battente viaggia tra la world music, il Barocco, la musica sperimentale elettroacustica e quella d’avanguardia. (Corriere di Lamezia)
Da questi versi potrebbe essere nato Gloria!. Il suo brano più famoso è forse Mandela del 2019. (cinematografo.it)
Secondo e ultimo film di casa nostra in lizza per l’Orso d’oro, dopo “Another End” di Piero Messina, “Gloria!” è ambientato in un collegio femminile nella Venezia d’inizio diciannovesimo secolo. (Il Sole 24 ORE)
Gloria! è la storia di un doppio debutto: quello di Margherita Vicario, cantautrice e attrice romana, al suo esordio dietro la cinepresa con il suo primo film, presentato alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. (Gay.it)
Esordire alla regia ed essere in concorso alla Berlinale non è da tutti. Ma se c’è una qualità che non fa difetto a Margherita Vicario e al suo Gloria! è proprio l’ambizione. Attrice diplomata all’accademia e cantautrice, ha voluto fondere queste due anime dirigendo «un film musicale» capace di «dare voce al desiderio delle donne di essere ascoltate» e per farlo è tornata indietro nel tempo, all’inizio dell’Ottocento, quando le donne potevano studiare musica ma non eseguirla in pubblico. (Corriere della Sera)