Elio Pandolfi, morto l’attore voce di Stan Laurel in «Stanlio & Ollio»
Negli anni 1960 e 1970, Elio Pandolfi doppiò anche Daffy Duck, come la seconda voce nei cortometraggi dei Looney Tunes e Merrie Melodies.
Terzo dei quattro figli di Saturno Pandolfi, custode dell’Istituto Tecnico Commerciale «Vincenzo Gioberti», e di Maria Queroli, Elio Pandolfi si era diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma.
Come doppiatore è stato la voce italiana dell’attore francese Jacques Dufilho in tutti i film della serie sul Colonnello Buttiglione. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
"Con profonda tristezza apprendo della scomparsa di Elio Pandolfi, un grande attore e doppiatore italiano Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per i tanti anni in coppia con Antonella Steni e per i grandi varietà come Studio 1 con Mina. (abruzzo24ore.tv)
Mentre li guardavo mi venivano in mente le severe osservazioni che anni prima aveva fatto in un saggio memorabile Susan Sontag. Ma ad Elio tutte queste non importavano, fondamentale era il loro darsi come manifestazioni di puro splendore tecnico, vocale e coreutico (Taxidrivers.it)
Tra i film, non molti, in cui invece recita, soprattutto negli anni ’50, c’è Perdonami! Sono gli anni d’oro del teatro musicale e Pandolfi recita con Wanda Osiris, con Nino Manfredi o Carlo Giuffré. (Cronache della Campania)
Teatro, cinema, radio, tv: Pandolfi ha declinato la sua sensibilità ed il suo estro in tutti i settori dello spettacolo e di quei magici anni custodiva una marea di aneddoti e sensazioni: «La sua memoria era portentosa – continua Della Casa – anche negli ultimi tempi, ormai allettato, ricordava tutto di quei magici anni». (Cronaca Qui)
O meglio, parla con il proprio corpo e la propria mirabolante gestualità, sulle note di vecchie canzoni di un tempo che fu. Da uomo di grande cultura qual era non ha mai snobbato ruoli popolari, pur potendosi vantare di aver lavorato con il grande Luchino (Il Fatto Quotidiano)
Ed era un’autentia memoria vivente: ricordava tutto di quel mondo che oggi non c'è più", ricorda il regista Pino Strabioli "Era davvero uno degli ultimi di quella generazione di attori che avevano fatto di tutto, dalla prosa alla rivista. (Teatro.it)