Tutti contro Fitto (o quasi): così il candidato di Meloni blocca l'Ue

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A Bruxelles procedono frenetiche le trattative sulla composizione della nuova Commissione europea. Il compito di scegliere nomi e incarichi spetta alla presidente Ursula von der Leyen, ma gli eurodeputati dovranno poi votare la fiducia al collegio e i gruppi politici sono quindi intenzionati a far sentire il proprio peso. E uno degli oggetti del contendere è diventato il candidato italiano, Raffaele Fitto, contro cui socialisti e liberali sembrano intenzionati a fare muro per impedire che possa ricevere la carica di vicepresidente esecutivo. (EuropaToday)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sarà il candidato Fitto a dover confermare la sua adesione al programma della presidente von der Leyen già illustrato, votato e approvato a luglio dal Parlamento europeo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

All’indomani delle minacce, c’è una piccola luce in fondo al tunnel, anche se per ora non risolve tutti i problemi di Ursula von der Leyen alle prese con la composizione della sua squadra di commissari a Palazzo Berlaymont. (L'HuffPost)

Fin qui la cronaca. A cui seguono due versioni discordanti. La prima è quella ufficiale, secondo cui il rinvio è dovuto al ritardo della Slovenia, che solo 48 ore fa ha proposto come commissario l'ex ambasciatrice Marta Kos al posto di Toma Vesel, venendo incontro alla richiesta di von der Leyen di una Commissione più equilibrata dal punto di vista del genere. (il Giornale)

Buio Fitto

La nuova Commissione europea non è pronta. Oggi la presidente Ursula von der Leyen era attesa dai leader politici del Parlamento europeo ma l’incontro è stato spostato di una settimana, a martedì prossimo a Strasburgo. (LAPRESSE)

"Dobbiamo costruire una Commissione che rappresenti e unisca l'Europa". Il rinvio a martedì della presentazione della squadra da parte di von der Leyen (Secolo d'Italia)

È piuttosto curioso che la premier che votò contro Ursula von der Leyen pretenda per l’Italia un posto di peso nella Commissione a cui si oppone. Rifugiarsi dietro la “rilevanza dell’Italia” è un patetico tentativo di deresponsabilizzare le proprie scelte politiche (left)