America creaks again. Il mondo idem

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Ucraina

Di Massimo Lodi La domenica si risveglia nel sangue che scorre, nel sangue che potrebbe scorrere. Sparano a Trump in America, piovono bombe sugl’innocenti di Gaza, si paventano missili russi sulle capitali europee. È la sconfitta della ragione, l’estremismo dell’incoscienza, la perdita d’ogni senso del limite. Naturalmente storie diverse, vicende ciascuna intricata di per sé, situazioni specifiche. (malpensa24.it)

Su altre fonti

Dunque diventa tutto più violento, più cattivo, ancora più fuori controllo. A mezzanotte e mezza arriva la notizia: hanno sparato a Donald Trump, forse con una pistola, forse cinque colpi, forse sette, esattamente come quelli sparati contro Ronald Reagan nel 1981 da un pazzo innamorato di Jodie Foster. (La Stampa)

Gli oligarchi del nuovo ordine mondiale si celano sotto un manto di una ingannevole democrazia, ergo fingono che gli stati europei siano sovrani e perciò inscenano il pluralismo dei partiti, per nutrire nei sudditi (cioè noi) l'illusione di poter scegliere. (La Pressa)

La guerra culturale genera la guerra armata

Con le loro parole incendiarie e i loro comportamenti sguaiati, i leader populisti rappresentano una autentica minaccia per le istituzioni liberali. Ma sicuri che neutralizzarli, ovvero toglierli di mezzo, a colpi di pugnale, pistola o fucile sia una extrema ratio giustificabile – va da sé, a denti stretti e non apertamente – dal punto di vista di chi tiene alla democrazia e se ne erge a custode? Tra uccisioni e attentanti l’elenco dei leader populisti mandati al creatore o fortunosamente sopravvissuti ai tentativi d’accopparli lascia pensare. (ilmessaggero.it)

La guerra culturale genera prima o poi il mostro della guerra armata. (L'HuffPost)