Mattarella ammette: "Ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate, ma era mio dovere"

In questo momento storico, in Italia, l'ignoranza verso il nostro sistema istituzionale viene palesata da chi non conosce la materia in diversi modi: c'è chi parla di "governi non eletti", riferendosi a quelli nati negli scorsi anni in Parlamento, chi addirittura blatera di "giudici non eletti", ignorando le basi della divisione dei poteri e chi sostiene che il presidente della Repubblica non dovrebbe firmare alcune leggi emanate dal governo se non le condivide. (Today.it)

Ne parlano anche altri media

"In un tempo in cui molti investono sull'intelligenza artificiale, noi in Osservatorio permanente giovani-editori vogliamo investire sull'intelligenza umana, per tenere l'uomo al centro e la tecnologia al suo servizio. (Civonline)

Il ruolo del presidente-arbitro, l’importanza dell’informazione e il pericolo delle fake news, il rischio dell’astensionismo che va affrontato. Il presidente Sergio Mattarella per spiegare il suo ruolo ha spiegato che non sempre era entusiasta di promulgare una legge: “Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. (Il Fatto Quotidiano)

Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – “Mi è capitato di promulgare leggi che ritenevo sbagliate, inopportune ma è dovere del Presidente della Repubblica di promulgarle. Solo nel caso di incostituzionalità ho il dovere di non promulgarle”. (Dire)

“Ho firmato leggi che non condivido”. Mattarella, lezione sulle istituzioni

Mattarella: Con la tecnologia è quasi come un salto della specie, ma non bisogna farsi manipolare 15 novembre 2024 (Il Sole 24 ORE)

"Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. (il Giornale)

Ed è una risposta sciasciana che nasconde una preoccupazione e… Un giorno l’ha fermato un signore e gli ha detto: «Presidente, non firmi questa legge, è a fin di bene». (la Repubblica)