Invalsi: cosa dicono davvero i dati sulla scuola in tempi di Dad

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Ma che cosa dicono davvero i nuovi dati Invalsi sulla scuola in tempo di pandemia?

Partiamo dalla prima questione, inquadrando i nuovi dati Invalsi in un contesto più ampio ed evitando sensazionalismi

Invalsi: cosa dicono davvero i dati sulla scuola in tempi di Dad. Il 14 luglio sono stati pubblicati i nuovi risultati delle prove Invalsi dell’anno scolastico 2020-2021, le prime dopo l’inizio della pandemia di Covid-19. (Pagella Politica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Di fronte a genitori più o meno disperati ribadisco che la mamma, ovvero la figura che ha gestito tutta l’infanzia, può essere avvertita dai figli quasi come una zavorra Paradossalmente i dati, resi noti in questi giorni, hanno finito per confermare che la Dad non è nemmeno riuscita a salvare la scuola tradizionale presidiata proprio dalle crocette sulle risposte giuste. (Avvenire)

in DAD. È probabile che i magistrati vogliano capire se qualcuno abbia convinto Matteo ad avvelenarsi, o in qualche modo lo abbia aiutato, magari consigliandogli quali prodotti assumere (iLMeteo.it)

Risultati Invalsi Italiano. Quando si dice che si può non andare a scuola, si svaluta la scuola, perché è come dire che possiamo farne a meno”. (Tecnica della Scuola)

Ma anche con Matias Almeyda, ex Lazio, Parma e Inter, ora allenatore dei San Josè Earthquakes in MLS dal 2018. Che brivido, non di poco conto, sopratutto per Almeyda (Calcio In Pillole)

Al riguardo è intervenuto il responsabile nazionale delle prove Invalsi, Roberto Ricci il quale ha sottolineato come questo sia anche e soprattutto il risultato di più di un anno di didattica a distanza, la quale non può che aver favorito la dispersione scolastica (come prevedibile, purtroppo, più al Sud), a fronte di un calo delle difficoltà nella ex “bestia nera” degli studenti italiani, l’inglese, materia in cui evidentemente si può fare fronte con più facilità, mediante i vari strumenti che si trovano in rete, alla mancata didattica in presenza. (Nicola Porro)

Di scuola non si è mai parlato così tanto come in questo anno e mezzo di pandemia. Il risultato è che si rischia di addossare alla dad tutti i mali decennali della scuola italiana, in aggiunta a quello che non ha funzionato quando lo scorso settembre è suonata la campanella (Today.it)