La crescita mondiale c'è ancora, ma i dazi e la geopolitica pesano
L’OCSE sottolinea anche il fatto che dazi e contrasti commerciali, se duraturi, potrebbero portare a un ribasso dell’inflazione minore rispetto a quanto previsto in precedenza. Dopo aver sconfitto l’alto rincaro del biennio 2022-23, ora molte economie potrebbero insomma avere una diminuzione dell’inflazione meno accentuata. I membri del G20, il principale aggregato mondiale, hanno avuto una media di inflazione del 5,3% nel 2024 e dovrebbero registrare un 3,8% nel 2025 e un 3,2% nel 2026. (Corriere del Ticino)
Se ne è parlato anche su altri media
Un po’ meno sull’Ue. A certificare lo tsunami possibile questa volta è l’Ocse, che vede abbattersi la scure in particolare su Usa, Canada e Messico. (ilmessaggero.it)
I dati più recenti in arrivo dall'economia… Il primo prezzo dei dazi è quello pagato in termini di incertezza. (L'HuffPost)
Gli effetti delle barriere commerciali e dell’inflazione (Spazio50)
L’economia statunitense dovrebbe ora crescere del 2,2% nel 2025 (rispetto al 2,4% stimato a dicembre) e dell’1,6% nel 2026 (rispetto al 2,1%). (Scenari Economici)
E’ salato il conto della guerra commerciale scatenata dalla Casa Bianca: l’alert emerge chiaro dalle nuove stime dell’Ocse, secondo cui la crescita mondiale è destinata a ridursi a causa "delle barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e di una maggiore incertezza geopolitica che grava su investimenti e spesa delle famiglie". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Secondo l’ente parigino il piano di riarmo di Ursula costringerà i Paesi indebitati a scelte dure sulla spesa (LA NOTIZIA)